Tre poesie inedite di Juliet Cook con la traduzione di Alessandra Bava
“Fall”, “Ephemera Collage #1” e “Ephemera Collage #2” sono tre poesie inedite di Juliet Cook con la traduzione di Alessandra Bava.
Fall (I) di Juliet Cook
My brain’s nooks & crannies
are burning leaves.
Under rosewater stains
and damage darkly ingrained
beneath heavy dust, a secret
curio slot holds my arcane parcels.
Ribbon-bound rags, furrowed swoons,
tiny dried apple for a ghost horse.
Sepia-toned irises bloom into
molten eyes. Crows swoop
and consort with a Black Parrot.
Autunno (I) di Juliet Cook
Gli anfratti del mio cervello
sono foglie in fiamme.
Sotto macchie di acqua di rose
e danno minacciosamente radicato
sotto coltri di polvere, una segreta
fessura curiosità trattiene i miei arcani pacchi.
Giornalacci avvolti in nastro, deliqui corrucciati,
minuscola mela disidratata per un cavallo fantasma.
Iris dai toni seppia fioriscono
in occhi fusi. Corvi piombano
e si intrattengono con un Pappagallo Nero.
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Ephemera Collage #1 di Juliet Cook
I have a sequin for an eye,
a vintage zipper for my lips.
If it wasn’t stuck, I would beg
you brush my wig into unsnarled silk,
sift my nerve bundles into special compartments,
& label with cryptic phrases.
Another woman’s detritus could be my bolts of bias-
cut ribbon in Bloodybelly Comb Jelly.
My sudden snips, my little darts, my softly dark
bunny-eared shadows rising up from the crown
moldings. I have a sewing machine
for a heart, but the bobbin is stuck.
So what would you name me?
Collage di oggetti effimeri #1 di Juliet Cook
Ho un lustrino per occhio,
una lampo vintage per labbra.
Se non fosse incastrata, ti pregherei
di spazzolare la mia parrucca in seta dipanata,
di setacciare i miei fasci di nervi in compartimenti speciali
e di etichettarli con frasi criptiche.
I detriti di un’altra donna potrebbero essere i mie catenacci del pregiudizio –
nastro ritagliato in ctenofori.
I miei improvvisi taglietti, le mie freccette, le mie ombre
con orecchie da coniglio teneramente scure si sollevano dalla
cornice del soffitto. Ho una macchina da cucire
per cuore, ma la spola è incastrata.
E quindi come mi chiameresti?
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Ephemera Collage #2 di Juliet Cook
if at times I must be hushed & shorn
let me speak in fragments
my own detritus layered over
my own detritus layered over
my own detritus layered over
like old-school sticky fly catcher
strips hung from ears and tongue
like rows & rows of wickedly sharp
secrets hummed until honed into spindles
if at times I must bite my own lips
let the threshing begin
with paper scraps
with photo corners
with spatter of bright red glitter
all over the clippings
Collage di oggetti effimeri #2 di Juliet Cook
Se a volte debbo essere messa a tacere & tosata-
lascia che parli in frammenti
il mio stesso detrito posato a strati
il mio stesso detrito posato a strati
il mio stesso detrito posato a strati
come carta moschicida appiccicosa di vecchio stampo
strisce appese alle orecchie e alla lingua
come file & file di segreti malvagiamente
affilati ronzanti e avvolti in fusi
se a volte dovrò mordermi il mio stesso labbro
lascia che la trebbiatura abbia inizio
con pezzi di carta
con angoli di foto
con schizzi di polverina rosso vivo
su tutti i ritagli
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“Fall 1” è precedentemente apparsa in Arsenic Lobster. “Ephemera Collage #1” e “Ephemera Collage #2” sono precedentemente apparse in wicked alice.
La poesia di Juliet Cook è apparsa in svariate riviste letterarie, tra le più recenti Arsenic Lobster, Diode, ILK, Stirring e Tarpaulin Sky Press. Ha pubblicato oltre tredici testi di poesia, tra questi Poisonous Beautyskull Lollipop (Grey Book Press, 2013), Red Demolition (Shirt Pocket Press, 2014) e, in collaborazione con Robert Cole, Mutant Neuron Codex Swarm (di prossima pubblicazione con Hyacinth Girl Press). Nel 2015 Dancing Girl Press pubblicherà il suo Dive Back Down in collaborazione con j/j hastain. Horrific Confection, il suo primo libro di poesia, è stato pubblicato da BlazeVOX. Il suo sito è www.JulietCook.weebly.com.