Tre poesie di Roberto Crinò
Oggi pubblichiamo tre poesie di Roberto Crinò, tratte da «Ineffabile mutazione» (Ensemble, 2019).
Patria Letteratura di Roberto Crinò
Patria Letteratura,
quella in cui mi riconosco,
la casa comune degli spiriti
affini narratori di storie,
tessitori di umane unioni.
Patria Letteratura,
terra d’origine del pensiero
che curioso cerca libero
di capire l’altro da sé,
patrimonio inestimabile.
Patria Letteratura,
dove mio connazionale
è il pastore errante,
la sera e il suo spirto guerrier,
il palazzo di Atlante.
Patria Letteratura
terra natìa dei dolori del giovane,
del grande capodoglio bianco,
del pompiere che salva i libri,
della peste e della cecità.
Patria Letteratura,
da te origine e identità.
Come non riconoscersi nell’astuto
navigatore e nel suo ritorno mai domo,
nell’inquietudine del solingo vate.
Patria Letteratura,
nella voce a te dovuta,
canto quel che è senza falsi pudori,
che tutti i viandanti che da te
vanno e vengono sono miei fratelli.
[Roberto Crinò, in Ineffabile mutazione, Ensemble, Roma, 2019]
*
E non riesco di Roberto Crinò
E non riesco a non chiamarti
e non riesco ad eludere
quel pensiero che ribelle
vola coraggioso al tuo fianco
Non odio né amore troveranno
pace se non nel cuore fuggiasco
che non ammette il primo
e accoglie il secondo
Tu conosci le segrete vie
della tua anima assetata
di vita, oceani e ali
Tu proteggi il ricordo di
notti di miele e canti stellati
in attesa dell’aurora del mondo
Tu custodisci quelle parole
che sole chiavi antiche
aprono universi vertiginosi
Non venirti accanto sarebbe
come non nascere i bambini
speranza guerriera del futuro
che attende chi lo cerca
E non chiederti perché sia
che così ti cerco profugo
orfano di quella patria alta
faro di una vita di frammenti
[Roberto Crinò, in Ineffabile mutazione, Ensemble, Roma, 2019]
*
Tornerò sulla Terra di Roberto Crinò
E presto tornerò sulla terra
tornerò da quella condizione di minorità
di ossigeno, di spazio, di attimi
dall’ombra di me stesso
a rivedermi come Essere
esistente combattente
E presto tornerò scheggia
tornerò ad essere filo di trama
tessuto e ricamo di mondi
decentrati e periferici
di un altrove senza centro né distanze
puro luogo e punto in sé stesso
Presto, sì presto, non sarà più tardi
non ci saranno più confini
e la materia sporca terrena
si renderà forza e luce
assenza di assenze
vuoti colmi di senso
E presto tornerò dal nero
silenzio involucro di cobalto
del magmatico dolore di vivere
e smetterò di avere paura
di ciò che mi porto dentro
che dell’origine degenerata nato mi unsero
E presto tornerò per vedere
ciò che nel tempo sprecato non ho visto
le alte verticali delle possibili possibilità
invisibili rampe ad occhi orizzontali
confuse per trastulli d’incantati sognatori
nelle menti dei nati per mentire morendo
Presto, sì presto, prima che sia tardi
abbatterò ostacoli alle speranze
si leveranno mongolfiere di sorrisi
dimenticati tra resti di tracotanza
che non è mai abbastanza
nella mancanza
desiderare l’abbondanza
[Roberto Crinò, in Ineffabile mutazione, Ensemble, Roma, 2019]