“There’s No Santos On My Altar” e “Trastevere Sunday” di Alejandro Murguía # traduzione di Alessandra Bava
“There’s No Santos On My Altar” e “Trastevere Sunday” sono due poesie inedite di Alejandro Murguía tradotte da Alessandra Bava.
There’s No Santos On My Altar di Alejandro Murguía
Sometimes I wonder Ché
If you ever stepped down from the altar
If you ever grew weary of being the pure one el hombre nuevo
I wonder if you ever thought of just being Ché again
The one with a girlfriend who abandoned you
When you rode the Norton 500 across the Andes like a crazy beat
Whatever happened to that frustrated poet who
Instead became a revolutionary who’d wished he’d been a poet
And at the risk of sounding ridiculous was a poet
Did you ever again wish for a tango by Piazzola
Or that faded blue light of Buenos Aires at five p.m.
When drunken love songs fill the porteño barrios
Or was it all strategy, war tactics, theories of liberation
The politics of rhetoric
A mouthful even for a poet
Your diary in Bolivia is smeared with mud and shit
But it is also stained with hope
You made your share of mistakes
You forgot god damn it the necessity to tango
You failed to read The Garden of Forking Paths
You were right about love and revolution and wrong
About most everything else—in other words you were human
So tonight another anniversary of your death
I’m sure somewhere someplace in Cuba Angola Vietnam Chiapas
A hungry bastard with nothing but hope in his gut
Will light a candle at your portrait
—Naturally the one with a star on your beret—
Your eyes staring with nostalgia at the future
But Ché I have no santos on my altar
No idols no gods no goddesses
Only flowers petals and hummingbird feathers
So instead of a candle I’ll play you a tango
One that starts with a ráfaga of bandoneon like a roar
From a motorcycle and with my canteen
That survived the Southern Front in Nicaragua back in 1979
I’ll tip you a toast hombre a hombre—Amor vino y revolución
Ché comandante presente!
Non ci sono santi sul mio altare di Alejandro Murguía
Che, a volte mi chiedo
se sei mai sceso dal pulpito
se ti sei mai stancato di essere il puro, l’uomo nuovo
mi chiedo se hai mai pensato di essere ancora il Che
quello con una ragazza che lo ha lasciato
quando attraversasti le Ande sulla Norton 500 come un folle Beat
Cosa è mai accaduto a quel poeta frustrato che
è diventato invece un rivoluzionario che avrebbe voluto essere un poeta
e che, a costo di sembrare ridicolo, era un poeta
Hai mai desiderato di nuovo un tango di Piazzolla
O la luce soffusa di Buenos Aires alle 5 del pomeriggio
Quando canti d’amore ebbro riempiono i barrio della città
O era tutta una strategia, una tattica, il comitato centrale
la politica della retorica
un boccone anche per un poeta
Il tuo diario in Bolivia ha macchie di fango e merda
Ma anche macchie di speranza
Anche tu hai le tua quota di colpe,
dannazione! Hai dimenticato l’importanza di ballare il tango
non riuscisti a leggere Il giardino dei sentieri che si biforcano
avevi ragione sull’amore e sulla rivoluzione ma torto
su quasi ogni altra cosa—in altre parole eri umano
così stanotte in un altro anniversario della tua morte
son certo che in qualche luogo, da qualche parte a Cuba, Angola, Vietnam, il Chiapas
un bastardo famelico con nessuna speranza nel cuore
accenderà una candela dinanzi al tuo ritratto
— di certo quello con la stella sul basco —
con gli occhi che fissan futuro con nostalgia
Ma Che non ci sono santi sul mio altare
né idoli né dei né dee
solo petali di fiori e penne di colibrì
così invece di una candela ti suonerò un tango,
uno che inizi con uno scoppio di bandoneon
come il ruggito di una motocicletta e con la mia borraccia
sopravvissuta al fronte del sud in Nicaragua nel 1979
brinderò a te da uomo a uomo –Amore, vino e rivoluzione
Comandante Che, presente!
Trastevere Sunday di Alejandro Murguía
In the piazza di Santa Maria in Trastevere
the old woman dressed in black
hunched over her begging basket
feet twisted backwards
wails a heart-rendering plea
to a God that is deaf
while tourists fan themselves in cafés
and the sun scorches the cobblestones
oily and black
with a hundred decades grief and poverty
that a coin dropped in her hand
cannot erase
and what government sends
grandmothers to beg in the sun
burning the skin from the flesh.
Domenica a Trastevere di Alejandro Murguía
Nella piazza di Santa Maria in Trastevere
un’anziana vestita di nero
chinata sul suo cestino dell’elemosina
i piedi rivolti all’indietro
ulula una preghiera straziante
a un Dio sordo
mentre i turisti si sventolano nei caffè
e il sole cuoce i sampietrini
unti e neri
da centinaia di decadi di dolore e povertà
che una moneta lasciata cadere nella sua mano
non può cancellare
e, quale governo spedisce
le nonne a chiedere l’elemosina al sole
che ustiona la pelle della carne.
Alejandro Murguía, classe 1949. Attuale Poeta Laureato di San Francisco. Ha partecipato alla rivoluzione sandinista in Nicaragua. Fondatore del Centro Culturale Mission e membro della Brigata Culturale Roque Dalton. A lui si deve la traduzione in lingua inglese di molti poeti del centro America. Insegna alla San Francisco State University.