Spunti da “Babelfish” di Gino Pitaro
Una breve recensione di “Babelfish” di Gino Pitaro.Un viaggio intorno al mondo attraverso agli occhi di “Babelfish”.
Come se fosse un acquario, e noi gli spettatori pronti a passare da una parte all’altra del continente, pubblico di un grande spettacolo di tradizioni, culture, amori e storie. Così diverse, ma così vicine. E se un attimo prima ti trovi a fissare gli occhi di un toro pronto a incornarti a Pamplona insieme a Cristina, l’attimo dopo sei seduto sul muretto di un cimitero con Chirsad ammirare Holly che gioca con la sua palla. Poi il secondo dopo in un negozio vintage di Londra, preoccupato insieme a Claudio per Miss France; ti trovi ad essere estraneo a Singapore e condividere con Ivan l’amarezza di un amore diverso. E la stessa amarezza lA respiri anche nell’amore bramatp da Francesco. Sei storie tanto diverse tra loro ma i cui protagonisti lottano per restare a galla, alla ricerca della giusta soluzione, spesso coinvolti e travolti dagli eventi e dalla cultura che li circonda, senza potersi sottrarre.
I racconti possono essere letti tutti d’un fiato, per meglio interpretare la chiave logica che li lega l’un l’altro, o gustati uno a uno dando a ciascun protagonista il giusto spazio, la sua dimensione nell'”Era dell’acquario” e cercando per ogni storia un aspetto di vita da sviscerare.