“Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi letto da Sergio Rubini
Recensione dell’audiolibro di “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, letto da Sergio Rubini.
Il libro è un oggetto meraviglioso e diabolico. Uno strumento assoluto che può mimare il cosmo incatenando l’alfa e l’omega, ampliare gli orizzonti di comprensione, portarci in viaggio senza abbandonare la stanza, frantumare i pregiudizi, ma anche creare arcigni reazionari laddove ci si aspetterebbe entusiasti sostenitori di un progresso possibile. Lo sa chiunque abbia affrontato la scandalosissima questione degli e-books o degli audio libri riguardo una vagheggiata purezza della letteratura.
A circa un anno dalla scomparsa dell’autore, il 20 febbraio sarà in libreria l’audio libro di Sostiene Pereira, il piccolo capolavoro di Antonio Tabucchi (Emons-Feltrinelli). Se i motivi per leggere questo classico contemporaneo, premio Campiello del 1994, continuano ad essere di stringente attualità, i motivi per ascoltare la versione Emons, interpretata dalla voce familiare di Sergio Rubini, sono ancora di più, sia per chi ha già avuto la fortuna di conoscere il dott. Pereira, e a maggior ragione per chi ancora non ha conosciuto il privilegio. Uno di questi motivi potrebbe essere lasciarsi raccontare una storia piacevole dopo aver chiuso il libro che cattura da ultimo la nostra attenzione, coma ha fatto chi scrive l’articolo. Oppure per cercare una valida alternativa al sempre più stupido film del dopocena, per condividere una bella storia insieme a qualcuno, o semplicemente per riposare gli occhi, e starsene tranquillamente a guardare il soffitto, mentre il povero Pereira arranca lungo le assolate strade di Lisbona.
Una storia semplice come questa sembra fatta a posta per essere letta ad alta voce, per rompere l’isolamento privato della lettura a mente, eredità di un modo tutto moderno di leggere. Se scrittura è condivisione, la formula dell’audio libro è quella che più di tutte centra il senso sociale e storico della scrittura guardando a una tradizione antica e dimenticata.
Il timido e gentile Pereira invaderà la stanza con la sua sovrabbondante corporatura e vi intratterrà personalmente con la sua voce, i suoi ragionamenti, i suoi turbamenti, il salotto di casa si trasformerà volta a volta nella redazione culturale del «Lisboa» o nel Cafè Orquidea, finché non vi ritroverete come per incanto proprio lì, nella Lisbona salazarista degli anni ’30, in compagnia del giovane praticante e rivoluzionario Monteiro Rossi e della sua ragazza, o sulle spiagge di Coimbra, a parlare di aggiornatissime tesi psicologiche con il dott. Cardoso. Vivrete in maniera nuova, diversa, inusuale, una storia che sa coinvolgere il lettore/ascoltatore con semplicità disarmante e la precisione tipica di uno stato di grazia, quello descritto dall’autore stesso nella nota che chiude il libro.
Avere con sé la versione Emons di Sostiene Pereira può volere ben dire tornare a passare qualche giorno in compagnia di un amico scomparso da poco, augurandosi, al momento di lasciarlo di nuovo, un altro lieto incontro.