“Scrambled Histories” di Gerard Malanga # traduzione di Alessandra Bava
“Scrambled Histories” (“Storie buttate là”) è una poesia inedita di Gerard Malanga tradotta per noi da Alessandra Bava.
Scrambled Histories di Gerard Malanga
Whenever I think of Malraux’s shoes,
those familiar fotos from a less-familiar name,
Maurice Jarnoux, 1952. The bird’s-eye view
with maquettes spread across the parquet floor his home
peacefully somewhere the Bois de Boulogne.
His Antimémoires; his anti- this or that. His anti-’68
the Paris Strikes made verily for cinéma vérité
Godard prophesied, much filmed-much photographed
through the grainy haze of urban war, the lobs of gas…
so also Visconti’s jacket, the large black chex
within a tired orange weave, most likely Camel Hair or cashmere,
comes to mind. The same one worn so many times,
I’m thrust back in teenage time to a small Harlem haberdashery,
125th & Eighth, near the corner northeast.
The owner’s name forgotten
as the neon slips me blind: a cut similar, off the rack.
A houndstooth weave of classic black
& grey with peaked lapels.
The occasion my high school graduation.
16 years and counting at that time.
Poetry already on my mind
and on the page. So-called “art”
no longer in the mix. It would return years later in my strive.
My guardian angel guiding me with his/her thine eyes as mine.
I wanna say Helena, the patron saint of roads, how many times.
So androgynous as a stain-glass window staring down at me
through the haloed haze diffused.
More handsome than ‘beautiful’ I wanna say. Confused,
I wanna say. Make up your mind!
Her garments cinched her waist,
fully draped, so a line of breast shows through
imagined fully. But I can’t reach back that far!
the 2nd century, A.D. I wanna pluck
her top. She’s too high up.
I can’t reach that far.
Forgive my lechery. Ha-ha.
I’m careening with the time
and with the phantasies. Ah, she’s not even listening! OK.
So I move on. I awake this one last silent prayer for her
as if a fade-in from the black of time
finds me jolted, enveloped in her wings.
Wings better than anything!
I’m thinking whatever happened to that houndstooth cloth?
Only a few Kodak snaps defy imaginings and time’s decay.
I only have myself, my life sometimes in vast array or disarray.
The names & names & names. Whatever else.
Blessed with friends, near and far; some long since passed.
Malraux? I never met the man. It seems I have.
I’m sure we could’ve talked the talk. I love to gab.
We would’ve banked and somersaulted through the swirling clouds
he knew so well. It’s now the yesteryear of time.
“The snows of yesteryear” cribbed from Villon so many times
I’ve lost count. Thank you, thank you, Francois Villon
for all your silly crimes. A thief can never fool a thief.
For all those French-darkened cul-de-sacs and streets
I love pronouncing: rue St. Denis, bd. St-Germain des Prés.
The Seine lined with mouldy books; bird prints; forsaken memories.
A poem to you and you, to St. Helena, to Visconti & Malraux.
To the child in me who longs for sleep to dream & dream
until I wake and sleep again. Another day is dawning. Another day.
Storie buttate là di Gerard Malanga
Ogni qual volta penso alle scarpe di Malraux,
a quelle foto familiari di un nome meno familiare,
Maurice Jarnoux, 1952. Quella veduta aerea
di riviste serenamente sparse sul parquet
di casa dalle parti del Bois de Boulogne.
Le sue Antimémoires; il suo anti-questo o quello. Il suo anti-’68
gli scioperi di Parigi resi invero cinéma vérité
come profetizzava Godard, così ripresi-così fotografati
nella foschia granulosa della guerriglia urbana, i gas lanciati in aria…
come anche la giacca di Visconti, i grandi scacchi neri
su un logoro tessuto arancione, presumibilmente cammello o cashmere
mi ritorna alla mente. Quella stessa indossata di sovente,
mi riporta indietro all’adolescenza alla piccola merceria di Harlem
all’angolo nordest tra la 125 strada e l’Ottava.
Il nome del proprietario dimenticato
mentre il neon mi acceca: un taglio simile prét-à-porter.
Un tessuto classico pied-de-poule
grigio nero con risvolti a lancia.
L’occasione il diploma delle superiori
16 anni all’epoca e altri ne verranno.
Con la poesia già nei miei pensieri
e sulla carta. Cosiddetta “arte”
non facente parte della mia vita. Sarebbe tornata più tardi con impegno.
Il mio angelo custode a guidarmi con i suoi, i tuoi occhi come i miei.
Intendo dire Elena, santa patrona delle strade, quante volte.
Androgina come una vetrata colorata che mi osserva dall’alto
della sua diffusa foschia aureolata.
Più bello che ‘bella’ vorrei dire. Confuso
Vorrei dire. Deciditi!
I suoi abiti stretti alla vita,
vestita di tutto punto, così che un profilo di seno
si intravede, si immagina pieno. Ma non riesco a tornare così indietro!
il 2 secolo d.C. Voglio strapparle
il corsetto. Ma è troppo in alto.
Non riesco a raggiungerla.
Perdonate la mia libidine. Ah-ah.
Procedo sbandando per via del tempo
E delle fantasie. E lei non mi ascolta neppure! OK.
Allora procedo. Risveglio quest’ultima preghiera silente per lei
come se una dissolvenza in entrata dal nero del tempo
mi trovasse turbato, avviluppato alle sue ali.
Meglio le ali che nulla!
Penso chissà cosa ne è stato di quel tessuto pied-de-poule?
Solo alcune istantanee Kodak sfidano le fantasie e la decadenza del tempo.
Ho solo me stesso, la vasta gamma e il disordine della mia vita a volte.
I nomi & nomi & nomi. Qualunque altra cosa.
Benedetto da amici vicini e lontani; alcuni già da tempo passati a miglior vita.
Malraux? Non l’ho mai incontrato. Anche se non si direbbe.
Sono certo che a parlare saremmo stati bravi. Mi piace chiacchierare.
Ci saremmo piegati e avremmo fatto le capriole tra le nuvole in movimento
che conosceva tanto bene. Ma dov’è il tempo di un tempo?
“Le nevi di un tempo” copiate da Villon così tante volte
che ho perso il conto. Grazie, grazie, François Villon
per tutti i tuoi sciocchi crimini. Un ladro non può ingannare un ladro.
Per tutti quei vicoli e quelle strade franco-ombrose
che amo pronunciare: rue St. Denis, bd. St-Germain des Prés.
I libri ammuffiti schierati lungo la Senna; le impronte di uccelli; memorie tradite.
Una poesia per te e per te, per S. Elena, Visconti & Malraux.
Il bambino in me che desidera dormire per sognare & sognare
finché mi sveglio e dormo ancora. Un altro giorno albeggia. Un altro giorno.
Gerard Malanga, poeta, fotografo e regista, ha lavorato a stretto contatto con Andy Warhol alla metà degli anni Sessanta. Ha pubblicato una ventina di testi di poesia da chic death (1971) a Mythologies of the Heart (1996). Con le sue foto ha ritratto e immortalato personaggi del calibro di William Burroughs, Patti Smith, Robert Mapplethorpe e Iggy Pop. A lui si devono anche gli scatti del rotolo originale sul quale Kerouac scrisse On the Road (Sulla Strada).
La foto di copertina è “Gerard Malanga” (© photo Asako Kitaori); quella alla fine del testo è “André Malraux chez lui” (©Maurice Jarnoux).