“Lo scommettitore” di Pee Gee Daniel
Recensione di “Lo scommettitore” di Pee Gee Daniel.
Niente è più sorprendente della realtà e, un modo per scoprirlo, è quello di tuffarsi nelle pagine del romanzo Lo scommettitore, di Pee Gee Daniel. Una storia comune, all’apparenza, ma di scottante attualità e se, come nella poetica di Cassola, nulla risulta più interessante di una vita comune, ecco che la realtà diventa sublimazione. Giulio, il protagonista di questo bel romanzo, attende un figlio dall’amata compagna e si ritrova disoccupato in un Italia messa in ginocchio dalla crisi economica. Inizia, a questo punto, la faticosa ricerca di un altro lavoro. Il protagonista colleziona, suo malgrado, una serie di lavori precari, umilianti e truffaldini, versando in condizioni di lavoro degradanti e sottoscrivendo contratti-ricatti. Steward, animatore per bambini, clown e operatore di call center sono solo alcuni dei lavori che il giovane Giulio Stema si ritrova a fare, e sempre nella più totale precarietà. Il paradosso per il protagonista del libro , come per molti giovani d’oggi, è costituito dal fatto che gli studi, soprattutto i titoli accademici, costituiscano agli occhi degli imprenditori e delle agenzie interinali un vero e proprio impedimento alla realizzazione nel mondo del lavoro. La disperazione è bruciante per lo Stema ma, proprio quando pensa di mollare, ecco il bagliore che riporta speranza, una convocazione per svolgere il lavoro di assistent manager presso la Hermes Play, un’agenzia di scommesse e slot machine.
A questo punto, inizia una nuova avventura, si snocciola la fabula vera e propria del romanzo. Il mondo delle scommesse viene inquadrato sia dall’alto che dal basso, dal dentro e dal fuori; in breve, assistiamo a una disamina panica e sociale dell’ambiente di lavoro del protagonista. Giuseppe Cazzaniga, capo area dell’azienda, appare come un uomo arido e frustrato e che sfoga tutto il proprio malcontento sui propri dipendenti, una vera e propria metafora del grigiore sociale e lavorativo dei giorni nostri.
Nel medesimo campo semantico della degradazione rientra Gaetano Gargiulo, un ragazzo losco e privo di qualità morali. A fare da contrappeso, nella sfera dell’ingenuità, Gioppino e Laurjena: Gioppino, il cui nome è più che indicativo, cerca di riportare un po’ di moralità e di convincere i clienti della filiale a non scommettere più mentre Laurjena, bella ragazza dell’est assunta dall’agenzia, conosce poco la lingua e insulta i clienti senza volerlo.
A seguire, un intreccio di bassezze, sotterfugi, episodi tragicomici e personaggi picareschi che si susseguono; sullo sfondo un delitto di cui fino all’ultimo non si comprendono gli esiti…
Il romanzo Lo scommettitore è un testo di matrice prevalentemente comica, l’andamento è per lo più brillante e la lettura risulta di grande godibilità. Pee Gee Daniel si serve dell’elemento comico per indurci a riflettere sulla gravità delle ardue condizioni in cui versa il mondo del lavoro al giorno d’oggi, con particolare riferimento alla sfera giovanile. Tra un episodio e l’altro, il lettore da un lato si ritroverà a ridere di vero cuore, interrompendo simultaneamente la lettura, mentre dall’altro lato, terminato il riso, si tufferà in una riflessione più attenta e profonda. In breve, possiamo affermare che Lo scommettitore, si può anche leggere in chiave pirandelliana con particolare accezione alla dicotomia umorismo/comicità. Se è vero, infatti, che a primo acchito il suddetto romanzo può sembrare comico e fare ridere a crepapelle, è altrettanto vero che, dopo una riflessione più approfondita le precedenti risate possano trasformarsi in un riso amaro. Un libro di grande spessore morale, un libro fatto per chi ha voglia di ridere e per chi desidera riflettere. A voi la scelta.