«Notte tenebricosa» di Giorgio Manganelli
Recensione di «Notte tenebricosa» (Graphe.it Edizioni, 2021) di Giorgio Manganelli.
Che cos’è la notte per Giorgio Manganelli se non un mostruoso e informe concentrato di aggettivi “inciampevoli”, esistenziali, e di creature ataviche in lotta nella sovrabbondanza del linguaggio?
Tenebricosa è la notte, mutante e mai muta, che parla all’agglomerato di sé stessa, per rivelarsi ancora più complessa e intricata nel folto paesaggio espressionistico di un alfabeto modificabile. Siamo noi i sogni della notte, o forse i suoi incubi, come scrive l’autore.
Giornalista e scrittore (fu tra gli ideatori delle Interviste Impossibili), Manganelli fece parte del Gruppo 63, collaborò con molti importanti quotidiani e usò la parola come strumento per scarnificare la realtà, smontarla e modificarla di continuo. Notte tenebricosa, edito da Graphe.it, è l’esperienza di un’immagine cangiante e del suo respiro evanescente, proprio come un sogno notturno.
Quest’opera, che fu pubblicata postuma nel 2015 per la prima volta, emerge come una scultura antica da uno scavo archeologico. La storia, che ruota intorno al concetto della notte, è una ricerca personalissima in chiave teologica, filosofica, un percorso mitico senza definizione; unico nel suo genere – e perfino commestibile (sarà il lettore a provare la gustosa esperienza di divorare la notte di Manganelli): “Ma s’è detto: la notte come contenitore; come luogo, insomma, in cui il cibo indugia e matura; ma allora, dirà taluno; perché non fantasticarla architrave, cui noi siamo appesi come busecca di strutto, come gentile culatello? O forse la notte è un vaso, una albarella in cui maturiamo come la toma langarola, quaranta giorni in grappa o olio, prima di spalancarci alla delizia dei tendenti”.
La pentola in cui si prepara il cibo manganelliano è un corpo immenso, l’invenzione di uno spazio in cui l’uomo può giacere nella sua nudità insieme con tutti i gesti, le intenzioni, le condizioni, le privazioni e le imperfezioni che gli appartengono. La notte offre le sue strade sconnesse, ed è facile disorientarsi nel buio degli addobbi, nei tunnel metafisici. Ma è nostro dovere prendere parte a questo banchetto… almeno una volta nella vita.