“Quando una donna” di Mavie Parisi
“Quando una donna” di Mavie Parisi (Perrone, 2012) è un romanzo a metà fra giallo, rosa e nero, ma soprattutto è la lucida discesa negli inferi di una psicologia, quella della protagonista, tratteggiata con sicurezza.
Nella vicenda di Zaira, accompagnata per quindici anni della sua evoluzione umana, si alternano momenti di dolcezza e violenza, vulnerabilità e cattiveria, attraverso omicidi dubbi e relazioni sentimentali azzardate. Il ritratto impietoso che l’autrice fa della sua protagonista è un allucinato work in progress nel quale uno strato si sovrappone sull’altro cambiando la fisionomia del soggetto fino ad evocare l’indistinguibile lividezza del volto pallido di un fantasma, o di un cadavere. Le azioni di questi personaggi in balia delle proprie passioni si riveleranno lentamente come le mosse di un gioco di ruolo le cui regole restano ignote ai partecipanti.
Mavie Parisi scava nel torbido con la compiaciuta freddezza di una giallista ansiosa di sperimentare i trucchi del mestiere, e sa come tenere il lettore agganciato alle pagine, come indurlo a non abbandonare la lettura per un altro capitolo ancora.
L’ambientazione ospedaliera aggiunge un tocco di cinico realismo a questa descrizione disincantata del mondo. Raccomandazioni, rivalità, dialoghi infuocati, i personaggi di Quando una donna si muovono su uno sfondo (a)morale che pretenderà la sua messe di vittime. L’autrice attraversa sofisticati ricevimenti dell’alta borghesia, fruga nelle ville e negli studi di stimati professionisti per raccontare la sua storia da un punto di vista privilegiato, quello di un’ingenua ragazza di paese che, laureata in medicina, entra in contatto con questo mondo, ne assorbe rapidamente il codice di comportamento per metterlo a frutto contro i suoi stessi cattivi maestri, e infine ne rimane schiacciata essa stessa.
Certe piccole ingenuità narrative, certe velleità normali per chi ha smania di crescere, possono essere perdonate all’autrice di questo interessante esperimento di genere degli anni zero, in virtù di una piacevolezza più tradizionale legata alla prosa solida e al ritmo sicuro delle parti dialogate.
Quando una donna è un romanzo da divorare, con la stessa furia cieca della protagonista, affidandosi completamente all’autrice come a una buona regista, e tenendosi ben saldi sulla sedia.