Quattro poesie inedite di Francesca Bell # Traduzione di Alessandra Bava
“Prayer” (“Preghiera”), “Familiarity” (“Familiarità”), “Making You Noise” (“Facendoti rumore”) e “I Long to Hold the Poetry Editor’s Penis in My Hand” (“Desidero tenere il pene del redattore nella mano”): quattro poesie inedite di Francesca Bell con la traduzione di A. Bava.
Prayer di Francesca Bell
When age sidles up,
a final suitor,
let me turn
and take it
without faltering,
the way my body
opens joyfully
to a man. Let me leave
whatever age touches
unaltered
the way I’ve never
liked to wash
right after a lover.
Better to keep passion’s
proof, its scent trails
and bruises, keep the light
on and watch time
have its way with me,
threading silver
through my hair,
leaving a smoky gray
that spreads
between my thighs.
I want to see
my breasts deflate
like sacks
my lovers’ hands
have emptied
and laugh
as even laughter
ruins me, crumpling
the surface of my face.
Preghiera di Francesca Bell
Quando l’età avanza furtiva,
ultimo pretendente,
lascia che mi volti
e l’accolga
senza esitare,
così come il mio corpo
si apre con gioia
a un uomo. Lascia che lasci
inalterato tutto ciò che l’età toccherà
così come non mi è mai
piaciuto lavarmi
dopo un amante.
Meglio conservare la prova
della passione, le tracce del suo odore
e i lividi, lasciare accesa la luce
e osservare il tempo
fare a modo suo,
ricamare l’argento
tra i miei capelli,
lasciando il grigio fumo
diffondersi
tra i miei fianchi.
Voglio osservare
i mie seni sgonfiarsi
come sacchi
le mani dei miei amanti
si sono svuotate
e ridere
poiché la risata
mi sfigura, corrugando
la superficie del mio volto.
Familiarity di Francesca Bell
The morning after we make
our long-married love,
I make the bed laughing.
The mattress lists
to one side. Books
are scattered on the floor.
The sheets look
like the sheets
of the desperate.
We’ve been together
one half my life now.
My hips are going
and must be held
just so. Your knees ache
if you’re on them
too long. We must
be careful or injured.
Yet desire throbs
like a busy signal,
and I find myself afraid
of familiarity’s passion.
It isn’t at all
what I expected.
Really, I thought new love
was a lake, doomed to drought.
I did not know it was an ocean
we entered, that would deepen
as we went into a body of water
so vast we cannot see its end.
Familiarità di Francesca Bell
Il mattino dopo che facciamo
l’amore del nostro lungo matrimonio,
faccio il letto ridendo.
Il materasso pende
da un lato. I libri sono
sparpagliati a terra.
Le lenzuola sembrano
le lenzuola dei disperati.
Siamo insieme
da metà della mia vita.
I miei fianchi se ne stanno andando
e debbono essere trattenuti
proprio così. Le tue ginocchia ti fanno male
se ci resti a lungo
sopra. Dobbiamo fare
attenzione o rimanere feriti.
Il tuo desiderio pulsa,
come un segnale di occupato,
e mi ritrovo spaventata
dalla familiarità della passione.
Non è affatto
ciò che mi aspettavo.
Pensavo davvero che l’amore
nuovo fosse un lago condannato alla siccità.
Non sapevo che stavamo per entrare
in un oceano, che sarebbe diventato più
profondo, mentre ci addentravamo
in un corpo acqueo
così vasto che non riusciamo a vederne la fine.
Making You Noise di Francesca Bell
—for my mother
The day before you go deaf completely,
I will make you noise.
I will bring birds, bracelets,
chimes to hang in wind.
We will drive from Idaho
to Washington again,
and I will read to keep you
awake. I will tap
little poems on the backs
of your arms and neck
to be sure you hear me.
I will play spoons on your body
in restaurants, smack my lips,
heave you sighs,
each one deeper than the last.
We will finally shout.
And then, as quiet
slips in, settling over,
I will speak. I will keep speaking.
I will sing you nonsense songs
until you sleep.
Facendoti rumore di Francesca Bell
a mia madre
Il giorno prima che diverrai completamente sorda,
farò rumore per te.
Porterò uccelli, braccialetti,
campane tubolari da appendere al vento.
Guideremo di nuovo dall’Idaho
a Washington,
e leggerò per tenerti
sveglia. Picchietterò
poesie brevi sul dorso
delle tue braccia e sul tuo collo
Giocherò con i cucchiai sul tuo corpo
nei ristoranti, schioccherò le labbra,
emetterò sospiri
uno più profondo dell’altro.
Urleremo infine.
E poi, mentre il silenzio
si introdurrà furtivo, si stanzierà,
io parlerò. Continuerò a parlare.
Ti canterò canzoni senza senso
fin quando non ti addormenterai.
I Long to Hold the Poetry Editor’s Penis in My Hand di Francesca Bell
and tell him personally,
I’m sorry, but I’m going
to have to pass on this.
Though your piece
held my attention through
the first few screenings,
I don’t feel it is a good fit
for me at this time.
Please know it received
my careful consideration.
I thank you for allowing
me to have a look,
and I wish you
the very best of luck
placing it elsewhere.
Desidero tenere il pene del redattore nella mano di Francesca Bell
e dirgli di persona,
mi dispiace, ma dovrò
cestinarlo.
Per quanto il tuo pezzo
abbia catturato la mia attenzione
dopo le prime selezioni,
reputo che non mi
calzi a pennello.
Sappi che ha ricevuto
la mia attenta considerazione.
Grazie per avermi permesso
di dargli un’occhiata,
e ti auguro
buona fortuna
a piazzarlo altrove.
“Prayer” è stata pubblicata in Poetry Northwest, “Familiarity” in The Chattahoochee Review, “Making You Noise” in Nimrod e “I Want to Hold the Poetry’s Editor in My Hand” in Rattle.
Francesca Bell ha origini Cherokee e norvegesi. Nasce a Spokane nello stato di Washington, cresce nell’Idaho e risiede in California. Le sue poesie sono state pubblicate in diverse riviste americane, tra queste Prairie Schooner, New Ohio Review, Flycatcher, Zone 3, River Styx, burntdistrict e PANK. È stata nominata sei volte per il premio Pushcart e una volta per il Best of the Net. Nel 2014 ha ricevuto il premio Neil Postman per la Metafora dalla rivista letteraria Rattle.
the mattress lists etc: IL MATERASSO PENDE DA UN LATO è la sola traduzione possibile. LITS è terza singolare presente indicativo del verbo TO LIST= pendere, curvare (si dice normalmente delle navi)
correggo l’errore mio di battuta, il verbo naturalmente è LISTS