Tre poesie inedite di Alexis Rhone Fancher # Traduzione di Alessandra Bava

Tre poesie inedite di Alexis Rhone Fancher # Traduzione di Alessandra Bava

“This Is Not A Poem” (“Questa non è una poesia”), “Walk All Over You -” (“Calpestarti”) e “White Flag” (“Bandiera bianca”) sono tre poesie inedite di Alexis Rhone Fancher con traduzione di Alessandra Bava.

Alexis Rhone Fancher

This Is Not A Poem di Alexis Rhone Fancher

This is not a poem. Bam! This is an assault to your senses, a rape of your status quo. This is not a poem, not some trendy leopard print, not a polka dot parade. No. You do not smell hot dogs, cotton candy or frankincense. The myrrh has left the building. This is not a poem. It’s an anthem, a declaration of noncompliance, a liberation proclamation. Snap! Snap! This is not a poem. It’s a love song a torch song a song of myself and not you, you’re not worth it. No tears, got it? Don’t act like a girl. Blow your nose, wipe your eyes. Don’t make yourself look stupid! This is not a poem. It’s salt poured on the wound. Can it feel? Only if I let it burn too deeply. This is not a poem. No! It isn’t good enough. No. I’ve read poems & it’s not the same. Snap! Snap! This is not a poem. It’s a hip hop of my own creation, a celebration of my brains, my breasts, my underground caverns. This is not a poem. It’s a rite of passage, a starry night, a reluctant homage to your name, spelled out in lonely Broadway lights. My life goes dark without you, honey. Clap! Clap! This is not a poem. You with your lust, with your X-ray eyes. Listen up now. Be careful how you love me, grateful for second chances. Don’t push too hard. I might surprise you, you’ll see I’m tougher than I look; I eat Bukowski for breakfast.

Questa non è una poesia di Alexis Rhone Fancher

Questa non è una poesia! Pam! È un assalto ai tuoi sensi, il tuo status quo violentato. Questa non è una poesia, non è una qualche stampa leopardo alla moda, né una parata di pois. No. Non senti l’odore di hot dog, zucchero filato o incenso. La mirra ha abbandonato il palazzo. Questa non è una poesia. È un inno, una dichiarazione di non conformità, un annuncio di liberazione. Snap! Snap! Questa non è una poesia. È un canto d’amore un canto torcia un canto di me stessa e non di te, non ne sei degno. Niente lacrime, d’accordo? Non comportarti come una bambina. Soffiati il naso, asciugati gli occhi. Non fare lo sciocco! Questa non è una poesia. È sale versato sulla ferita. Si può sentire? Solo se lo lascio bruciare molto a lungo. Questa non è una poesia. No! Non è molto buona. No. Ho letto poesie & non è uguale. Snap! Snap! Questa non è una poesia. È un hip hop di mia creazione, una celebrazione delle mie cervella, seni, le mie caverne sotterranee. Questa non è una poesia. È un rito di passaggio, una notte stellata, un omaggio riluttante al tuo nome compitato in luci tristi di Broadway. La mia vita si fa grigia senza di te, tesoro. Clap! Clap! Questa non è una poesia. Tu con la tua lussuria. I tuoi occhi a raggi X, Ascoltami bene adesso. Presta attenzione a come mi ami, sii grato per una seconda possibilità. Non tirare troppo la corda. Potrei sorprenderti, vedrai che sono più dura di quanto non sembri; mangio Bukowski a colazione.

 

Walk All Over You – di Alexis Rhone Fancher

The stiletto boots in the back of my closet are
restless, long to stroll the 3rd Street Promenade,
looking for a red silk bustier. A Louis Vuitton bag.
A lover who won’t let me down.

The stiletto boots in the back of my closet
want to party, want to grab my feet,
climb my calves, hug my thighs. They’re
ready for action. Ready to put on a skintight
Versace. Ready to head for the club.

They want to clack on terrazzo floors,
totter from great heights, see the world.
Escape the flats, the Mary Jane’s, the penny
loafers, the two-toned, two-faced saddle Oxfords
that guard the closet door.

The stiletto boots in the back of my closet
want to walk all over you, punish you for
cheating, make you pay.
They long to wrap themselves around
you, put you in a headlock, rake your thighs –
want to lead you into

Debauchery.
Saran Wrap.
Whipped cream.
Wesson Oil.
Room service.

Remember?

The stiletto boots have a short attention span, choose
not to remember why they were banished, or what you
did. They’re desperate to reclaim you,
dig their heels into your shortcomings,
make little marks up and down your libido.
Welcome you home.

My stilettos can’t forget you.
My stilettos can’t move on.
My stilettos will forgive you.
Even if I cannot.

They bear the scuff marks
of your betrayal far better than do I.

Like the last time and the time before.
They want to get started, head out the door.
Who do you think gave me those fucking boots,
anyway?

Calpestarti di Alexis Rhone Fancher

Gli stivali con il tacco a spillo in fondo al mio armadio
sono irrequieti, desiderano passeggiare sulla 3rd Street Promenade
alla ricerca di un bustino di seta rosso. Una borsa Louis Vuitton.
Un amante che non mi deluda.

Gli stivali con il tacco a spillo in fondo al mio armadio
vogliono far festa, vogliono afferrarmi i piedi,
arrampicarsi lungo i polpacci, abbracciarmi le cosce. Sono
pronti ad agire. Pronti a indossare un Versace
attillato. Pronti a dirigersi al club.

Vogliono far rumore sui pavimenti di palladiana,
vacillare da grandi altezze, vedere il mondo.
Fuggire dalle ballerine, dalle Mary Jane, dai mocassini,
dalle stringate bicolore
che fanno la guardia alla porta dell’armadio.

Gli stivali con il tacco a spillo in fondo al mio armadio
vogliono calpestarti, punirti per
il tradimento, fartela pagare.
Desiderano avvolgerti,
effettuare una presa di sottomissione, graffiarti le cosce –
condurti verso la

dissolutezza.
Pellicola trasparente.
Panna montata.
Olio Wesson.
Servizio in camera.

Ricordi?

Gli stivali con il tacco a spillo hanno una soglia di attenzione limitata,
scegli di non ricordarti perché erano stati messi al bando, o ciò che
hai fatto. Ti reclamano a ogni costo,
affondano i tacchi nelle tue manchevolezze,
lasciano piccoli segni su e giù lungo la tua libido.
Ti danno il benvenuto a casa.

I miei stivali con i tacchi a spillo non possono dimenticarti.
I miei stivali con i tacchi a spillo non ce la fanno a voltare pagina.
I miei stivali con i tacchi a spillo ti perdoneranno.
Anche se io non posso.

Recano i segni dei graffi
del tuo tradimento meglio di quanto non faccia io.
Come l’ultima volta e quella precedente.
Vogliono avviarsi, uscire dalla porta.
Chi pensi che mi abbia regalato quei maledetti stivali,
in ogni caso?

White Flag di Alexis Rhone Fancher
On Edward Hopper’s painting “Morning Sun”, 1952

No one paints loneliness like he does. Those half-clad women by the bed, on
the floor, hunched over, staring out the window, in profile or from behind,
always clean lines, such worshipful light. The gas station in the middle of
nowhere, estranged couples on the bright-lit porch after dark. Even the boats
sail alone. And the diners. The hatted strangers, coming on to a redhead, a
moody blonde, all of them losers, all of them desperate for a second chance.
This morning the sunlight pried open my eyes, flooded our bedroom walls. I
sat alone, in profile on our bed in a pink chemise, knees drawn up, arms
crossed over my calves, staring out the window. Desperate for you. No one
paints loneliness like Edward Hopper paints me, missing you, apologies on
my lips. Come back. Stand below my window. Watch me beg for a second
chance. Downturned mouth, teary eyes, parted knees, open thighs, that famous
shaft of Hopper light a white flag, if only you could see.

Bandiera bianca di Alexis Rhone Fancher
Sul dipinto “Sole del mattino” di Edward Hopper, 1952

Nessuno dipinge la solitudine come lui. Quelle donne mezzo vestite sul letto, sul pavimento, incurvate su loro stesse, che guardano fisso oltre la finestra, di profilo o da dietro, linee sempre pulite, una luce così venerabile. La pompa di benzina in mezzo al nulla, coppie separate su un portico ben illuminato a sera. Anche le barche salpano sole. E i piccoli ristoranti. Gli estranei con il cappello, che ci provano con una rossa, una bionda imbronciata, tutti perdenti, tutti desiderosi di una seconda opportunità. Stamattina la luce del sole mi ha aperto forzatamente gli occhi, inondando le pareti della nostra camera da letto. Mi sono seduta sola, di profilo, sul nostro letto con una sottoveste rosa, le ginocchia sollevate, le braccia ad avvolgere i polpacci, guardando fisso oltre la finestra. Desiderandoti. Nessuno dipinge la solitudine come Edward Hopper dipinge me, mentre mi manchi, scuse sulle mie labbra. Ritorna. Sotto la mia finestra. Osservami mentre ti prego di darmi una seconda possibilità. Bocca triste, occhi lacrimosi, gambe spalancate, quel famoso raggio di luce di Hopper una bandiera bianca, se solo potessi vederla.

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Alexis Rhone Fancher è l’autrice di “How I Lost My Virginity To Michael Cohen and Other Heart Stab Poems” (Sybaritic Press, 2014). Le sue poesie sono state pubblicate in Rattle, The MacGuffin, Fjords, Slipstream, H_NGM_N, Bloom Literary Journal, Broadzine e altrove. Le sue fotografie sono state pubblicate in tutto il mondo, anche come copertine di riviste quali Witness e The Mas Tequila Review.
Dal 2013 ad oggi è stata nominate tre volte per il Pushcart Prize e una volta per il premio Best of The Net. È redattrice per la poesia a Cultural Weekly.

www.alexisrhonefancher.com

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“This Is Not A Poem” è stata precedentemente pubblicata in L.K. Thayer’s Poetry Juice Bar; “Walk All Over You” nell’antologia “From The Four-Chambered Heart: A Tribute To Anaïs Nin” pubblicata da Sybaritic Press e “White Flag” è apparsa per la prima volta nella rivista “H_NGM_N”.