“Madri, comunque” di Serena Marchi
Recensione di “Madri, comunque” (Fandango, 2015) di Serena Marchi.
Ventinove storie vere. Ventinove diversi modi di intendere e di vivere la maternità.
Un tema intimo e delicato quello esplorato da Serena Marchi, giornalista freelance di Verona, nel suo libro d’esordio “Madri, comunque” (Fandango), in libreria dal 26 Febbraio.
Testimonianze in prima persona di donne che hanno da sempre sognato di diventare madri. Di altre che non lo hanno mai desiderato o di chi, purtroppo, non ha potuto.
Racconti duri e difficili si alternano ad altri estremamente gioiosi. Una cosa è certa, nessuna di queste storie può lasciare il lettore indifferente: ad un sorriso segue una lacrima, e, sì, a volte anche molta rabbia.
Un universo dalle mille sfaccettature. E per chi pensava che la maternità si potesse ricondurre ad un semplice istinto primitivo o ad un obbligo imposto alle donne dalla società, è ora costretto a ricredersi. A mano a mano che ci si addentra nelle vite delle protagoniste del libro della Marchi, diventa chiaro che la maternità è un qualcosa di molto più profondo.
Perché essere madri non significa solo desiderare di mettere al mondo un figlio biologico. È anche saper amare, come fosse il proprio, un bambino in affido. Sapergli donare quel calore che, per gravi difficoltà, la sua famiglia non ha saputo dargli.
Essere madri è decidere di restare al fianco di mariti violenti solo per amore dei propri figli. È cercare la forza di andare avanti quando se ne perde uno. È arrivare ad umiliarsi, a vendere perfino il proprio corpo per potergli offrire una vita dignitosa.
Ma la maternità è anche l’opposto. È il decidere di non voler avere figli. Di interrompere una gravidanza indesiderata. È la furia omicida che acceca alcune donne.
E poi ci sono gli uomini. Sì, avete letto bene, uomini. Padri che si ritrovano improvvisamente a dover fare anche da madri ai bambini. A dividersi tra lavoro e faccende domestiche.
Storie di madri naturali, adottive o in affido. Storie di madri disabili, sole o figlicide.
Ma madri. Madri, comunque.
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