“Luccichii” di Antonio Spagnuolo
“Luccichii”, poesia inedita di Antonio Spagnuolo.
Ancora una volta la luna sarà bianca,
per angosce o lusinghe,
necessario destino accanto agli uomini
nel misero orizzonte
che qui sotto ristagna
nella gioia di una vana illusione…
– Se il sogno esplode nella vita
a declinare la carne ogni peso
svapora il freddo, silenzio,
ogni frattura increspa nel pensiero,
io furibondo fisso le vie delle stelle,
e comincio ad ansimare nei laceri sussulti.
Equivale al silenzio se lo stesso volto
di contraddizioni infiltra le scomposte
bracciate.
Concesso ancora l’autunno , depongo sillabe,
o qualche pausa riporta conclusioni inaspettate.
Ora nel cerchio si perdono i segni antichi,
i suoni che l’ombra ripete verso dopo verso,
quasi nel tonfo di una chiglia, inaspettata,
come quando oblio e ricordo hanno il ronzio di orecchi.
Forse è mutata anche la mia testa,
fuggo nel bosco per questo tuo non essere,
per questi fiori affaticati dall’angoscia,
nell’impossibile giorno del fango.
Non ti credo più giunto alla boa,
pago delle remote stagioni e del profondo
svanire, così nella sabbia con accento indeciso
un curioso languore placa ogni numero,
e un attimo traspare inconsueto,
unisce il suono alla mente, senza rivivere
le contraffatte indecisioni, irraggiungibili,
o affondate nel gridio.
Balenio dell’affresco
la storia ha la pazienza per un sogno,
ed io scopro il meriggio delle attese,
ad una corda impigliato nel destino
che ripete il mio nome.
Si arrendono i volti tra le rughe
incipienti ,
lentamente, mentre lo stupore
stratifica l’indiavolata coscienza.
Onda dell’urlo ha distanze che accendono
al di là della maschera:
grande blocco di arterie
intorno alle catene inutilmente ornate.
Per il ritorno ricompongo l’agguato,
artigiano di una tappezzeria antiquata.