“Liberazione”: una poesia inedita di Marco Onofrio
“Liberazione” è una poesia inedita di Marco Onofrio.
LIBERAZIONE di Marco Onofrio
La nostalgia che transita nel tempo
dà un senso sopracuto ad ogni cosa
e non risolve niente.
Il cielo è una voragine di carne
un groppo di dolore aggrovigliato
una membrana tesa. Guarda:
the goddes s’inarca quanto può
per farsi prender meglio
sopra il materasso di nuvole
che fa da basamento al suo reame.
È una gemma preziosa che sprofonda
appena tu la scorgi con quegli occhi
sanguinari da rapace predatore
in un luogo irraggiungibile e segreto
che nessuno sa.
Il temporale smuove odore di terra
e d’aria fresca.
C’è uno strano bozzolo di dolcezza
nella profondità
allagata di nero liquido
e splendore
come la luce dentro gli occhi
di Francesca, qualche giorno fa.
Risalire all’ordine assoluto
– tolta l’usura del sogno –
attraverso il taglio delle linee
e l’enigma delle forme
da cui parte a superficie
il firmamento.
Esploro la più amara oscurità:
sono un clandestino, brancolo
nella cabina chiusa a chiave
di una nave abbandonata
in fondo al mare.
Quanti sorsi d’angoscia
dentro questa scatola abitata
dal disastro permanente senza età.
E resto qua, sempre: compenetrato
nell’attesa spenta di qualcosa
che non arriva mai.
Datemi uno sguardo che addensi la luce
se brilla sui capelli delle donne
e il fervore del sole nell’azzurro
del cielo mattutino
e il fulgore del vento marino
quando agita gli ombrelloni
e una spina che mi punga e dia dolore
per svegliarmi dall’inutile torpore
oltre quest’amalgama incolore
delle mie ossessioni.
Perché si vive? A chi si scrive?
Dov’è l’esito del tempo,
il centro misterioso delle ore?
Il buio si agita e smania
come un animale:
lo scosto con la mano
e vado avanti.
Rovescio le pupille e mi abbandono
quasi ipnotizzato alle correnti
col mio progetto velleitario
di liberazione.
Marco Onofrio (Roma, 11 febbraio 1971) è scrittore e critico letterario. Ha pubblicato 21 volumi (9 di poesia). La sua produzione letteraria è stata oggetto di decine di presentazioni pubbliche presso librerie, caffè letterari, associazioni culturali, teatri, fiere del libro, scuole, sale istituzionali. Alle composizioni poetiche di “D’istruzioni” (2006) Aldo Forbice ha dedicato una puntata di Zapping (Rai Radio1) il 9 aprile 2007. Ha conseguito finora 30 riconoscimenti letterari, tra cui il Montale (1996) il Carver (2009) il Farina (2011) e il Viareggio Carnevale (2013). È intervenuto come relatore in centinaia di presentazioni di libri e conferenze pubbliche. Nel 1995 si è laureato, con lode, in Lettere moderne all’Università “La Sapienza” di Roma, discutendo una tesi sugli aspetti orfici della poesia di Dino Campana. Ha insegnato materie letterarie presso Licei e Istituti di pubblica istruzione. Ha tenuto corsi di italiano per stranieri. Ha partecipato come ospite a trasmissioni radiofoniche di carattere culturale presso Radio Rai, emittenti private e web radio. Ha scritto decine di prefazioni e pubblicato articoli e interventi critici presso varie testate, tra cui “Il Messaggero”, “Il Tempo”, “Lazio ieri e oggi”, “Studium”, “La Voce romana”, “Polimnia”, “Poeti e Poesia”, “Orlando” e “Le Città”.
Molto bella.
“Liberazione” è una poesia di ampio spettro e respiro. È costruita come delle scatole cinesi, una dentro l’altra, o l’una fuori dell’altra, con immagini che si sospingono a vicenda e interrogazioni che si accavallano. È una poesia panica e interrogativa, parte dal cielo e finisce nelle interrogazioni del parlante. La nostalgia e il dolore sono il centro motore dell’universo poetico di Marco Onofrio e la conseguente disillusione, il salire al cielo degli dèi scomparsi e la discesa agli inferi dell’interiorità.
Il verso libero è impiegato con scaltra lucidità: porta il lettore esattamente dove progetta di volerlo portare.
Splendida poesia….vi ritrovo misticismo e piena, dolente umanità. Sofferenza acuta, angoscia, NECESSITA’ di ASSOLUTO….ed umana stanchezza. Domande dritte al cuore della Vita, e della Poesia. Il fulcro del dolore e del mistero dell’Essere Uomo. Splendida……
Dalla poesia “Liberazione” avverto un susseguirsi di personaggi informi
abbandonati “nella cabina chiusa in fondo al mare” e che da “questi sorsi
d’angoscia” fueriescono rivoli di eleganza ed introspezione che sfociano
in spine indolore e in ricerca di nuove correnti.
Maria Cardi