“L’eco”, poesia inedita di Luigi Manzi
“L’Eco” è una poesia inedita di Luigi Manzi, uno dei maggiori poeti italiani contemporanei.
L’eco di Luigi Manzi
Raggiungimi, dunque. Qui si tocca il cielo stellato
e il richiamo della ghiandaia pulsa ininterrotto.
A notte alta viene l’eco del cane forestiero
che al fondo delle valli insiste
e s’arrovella.
Forse sei in cammino. Ascolto il suono dei passi sul selciato
rimandati dall’andito.
Resto in attesa. Nel buio gelido risuona
il canto liquefatto del viandante che si ferma all’angolo
e al tuo somiglia; eppure tu sei altrove
e lui, per darmi ristoro,
a poco a poco s’addormenta, lascia che la melodia
si stemperi sulle labbra
e lenta
si disperda.
Luigi Manzi è nato nel 1945. Vive a Roma. Ha esordito nel 1969 nella rivista Nuovi Argomenti, diretta da Carocci, Moravia, Pasolini. Ha pubblicato le raccolte di poesia La luna suburbana (1986), Amaro essenziale (1987), Malusanza (1989), Aloe (1993), Capo d’inverno (1997), Mele rosse (2004), Rosa corrosa (2003), traduzione macedone di Maria Grazia Cvetkovska (pref. A. Giurcinova), Il muschio e la pietra (2004), traduzione albanese di Gëzim Hajdari (pref. P. Matvejevich). È presente in varie antologie. È stato tradotto in varie lingue.
Qui il novecento – ma ne siamo mai usciti? – il novecento intenso, evocativo, denso di significato e ritmo, continua nella sua fascinazione ininterrotta. La capacità visionaria e la tensione a captare minimi segni dai moti creaturali e dall’oltre trascinano in una dimensione sospesa, dove le immagini sono il nostro riflesso inquieto che si ricompone nella fissità di tempo e spazio, nell’onda ritmica che rende memorabile la parola.
Annamaria Ferramosca