Le poesie inedite di Thomas Rain Crowe # traduzioni di Alessandra Bava
Alcune poesie inedite di Thomas Rain Crowe tradotte da Alessandra Bava.
I wash your dishes America
America,
I have spent my life
like a servant,
scrubbing your floors,
taking out your trash…
America,
during time of homeless & unemployed,
when rich get richer, poor stay poorer,
I wash your dishes.
America I wash your dishes
Bankers and loan sharks I wash your dishes
Gov’t pimps and drug lords I wash your dishes
Judges I wash your dishes
Teachers, professors I wash your dishes
Politicians I lick your plates
USPD I scrub your pots
Yuppies I shine your silver
Editors I wash your dishes
Publishers I wash your dishes
Bardomaniacs I wash your dishes
Owners of every square inch of good land I wash your dishes
Beautiful Hollywood women on the make I wash your dishes
Gossipmongers, backbiters I wash your dishes
Pious pedophile priests I wash your dishes
Fameseekers, cop-outs I wash your dishes
I wash your dishes, America,
I scald my hands in boiling water
so that you may eat in style.
I brillo my fingers raw to the bone
to keep you fat.
I scrape the tasteless belches from the platters of your gluttony.
Your eyes are bigger than your stomach, and
I wash your dishes, America.
But I’m fed up with your garbage,
with your mind that belongs in the garbage,
promises and lies–a different fork for every bite.
I wash your dishes, America, I shine your shoes.
I wash your dishes, America, I plow your fields.
I wash your dishes, America, I lay your track.
I wash your dishes, America, I pick your grapes.
I wash your dishes, America, I build your homes.
I wash your dishes, America, I pump your gas.
I wash your dishes, America, I dig your coal.
I wash your dishes, America, I fix your roof.
I wash your dishes, America, I print your books.
I wash your dishes, America, and get no thanks, no love.
United States of America, in a united state of ignorance and greed,
I wash your dishes.
Inside, I am crying.
When are you going to wash and dry these tears?
Lavo i tuoi piatti America
America,
ho trascorso la vita
come un servo
a raschiare i tuoi pavimenti
a portare fuori la tua spazzatura…
In un’epoca di senzatetto & disoccupati
quando i ricchi si arricchiscono, i poveri impoveriscono
lavo i tuoi piatti
America.
America lavo i tuoi piatti
Banchieri e strozzini lavo i vostri piatti
Ruffiani al governo e signori della droga lavo i vostri piatti
Giudici lavo i vostri piatti
Docenti, professori lavo i vostri piatti
Politici lecco i vostri piatti
Medici e dentisti scrosto le vostre pentole
Yuppies lucido la vostra argenteria
Redattori lavo i vostri piatti
Editori lavo i vostri piatti
Bardomaniaci lavo i vostri piatti
Proprietari di ogni centimetro quadrato di terra buona lavo i vostri piatti
Bellissime arrampicatrici hollywoodiane lavo i vostri piatti
Malelingue, calunniatori lavo i vostri piatti
Pii preti pedofili lavo i vostri piatti
Arrivisti, ritrattatori lavo i vostri piatti
Lavo i tuoi piatti, America.
Mi ustiono le mani con l’acqua bollente
affinché tu possa mangiare con stile.
Mi passo la paglietta Brillo sulle dita fino all’osso
per mantenerti in carne.
Gratto rutti insipidi dai vassoi della tua avidità.
Hai occhi più grandi dello stomaco e
lavo i tuoi piatti, America.
Ma sono stanco della tua spazzatura,
delle promesse e delle bugie–una forchetta diversa ad ogni boccone.
Lavo i tuoi piatti, America, lustro le tue scarpe.
Lavo i tuoi piatti, America, aro i tuoi campi.
Lavo i tuoi piatti, America, poso la tua ferrovia.
Lavo i tuoi piatti, America, raccolgo la tua uva.
Lavo i tuoi piatti, America, costruisco le tue case.
Lavo i tuoi piatti, America, trivello il tuo petrolio.
Lavo i tuoi piatti, America, estraggo il tuo carbone.
Lavo i tuoi piatti, America, riparo il tuo tetto.
Lavo i tuoi piatti, America, stampo i tuoi libri.
Lavo i tuoi piatti, America, senza ricevere né un grazie, né amore.
Stati Uniti d’America, in uno stato unito di ignoranza e avidità,
lavo i tuoi piatti.
Ma dentro, sto piangendo.
Quando laverai e asciugherai queste lacrime?
Poem for Sylvia Plath without even lighting the stove
Even if the gas had been gone,
the heat from your eyes
would have been enough to
set the whole place on fire.
One thousand degree words
charred from the spark of space.
It was all in there–behind the iris.
Beyond the synapses of imagined pain.
Brown-eyed craters of moonlight
sun-starved from the food of love.
Even the what-ifs were not army enough
to stand against the dogs at the door.
The parade of children and husbands
standing in line. Waiting to get in.
If only Herodotus had known
the length of Medusa’s hair. Or
the dark color of Jesus’ blood.
The sweet taste of your own flesh,
something to help put on weight
after months of drinking nothing but ink.
Where was the death mask that had been hidden
in the lantern of your face?
Or in the tinfoil baking carrots and
small potatoes in the stove —
No smoky veil or body part
can haul the ocean out of books.
They should have told you
there was no wine in this carafe!
No act of love in the sink.
Bees are swarming in your memory,
now, decayed with grace.
Only prophets and bald boredom
are to blame.
The salty meat in the oven
is cooked and done.
Its juices, naked in our mouths,
taste sweet.
Poesia per Sylvia Plath senza dover neanche accendere il forno
Anche in assenza di gas
il calore dei tuoi occhi
sarebbe bastato ad appiccare
il fuoco alla stanza.
Parole di mille gradi
annerite dalla scintilla siderale.
Era tutto lì dentro–dietro l’iride.
Dietro sinapsi di dolore immaginato.
Crateri dagli occhi marroni di luce lunare
affamati di sole, del cibo dell’amore.
Anche i supponiamo che non erano un esercito
in grado di far fronte ai cani alla porta.
Schiere di bambini e mariti in
fila, pronti ad entrare.
Se solo Erodoto avesse conosciuto
la lunghezza dei capelli di Medusa. O
il colore scuro del sangue di Gesù.
Il sapore dolce della tua stessa carne,
qualcosa che ti aiutasse a metter su peso
dopo mesi passati a bere solo inchiostro.
Dov’era la maschera funebre, nascosta
nella lanterna del volto? O nel forno,
nel foglio di alluminio dove cuociono
carote e patate novelle
Né velo di fumo né parte del corpo
possono attrarre l’oceano dai libri.
Avrebbero dovuto informarti
che non c’era vino in questa caraffa!
Né atto d’amore nel lavello.
Le api sciamano con grazia nella tua
memoria decomposta, adesso.
Profeti e mera noia solo
ne hanno colpa.
La carne salata nel forno
è ben cotta.
La salsa, schietta in bocca,
ha un sapore dolce.
Radiogenesis (poem for synthesizer & voice)
The mind is a car radio. The body is Cocteau’s Orpheus.
The sexual attraction in toward the car. The car as Delphic lover.
The love is for the radio, which is the spirit of the lover.
The love-act between radio and Poet is radiogenesis.
God is universal mind. Space-time is thought.
The radio is the mind. The mind of the Poet. The fertile egg.
The Poet whose dials are tuned to the right frequencies that
drink in cosmic milk. White knowledge.
Coming from the mind of God as sperm.
The union of sperm and fertile egg creates the star-burst chemistry of genesis.
Radiogenesis.
The process of translation of these electrical impulses in genetic.
Electro-genetic. And the result is words.
The writing of these words makes the Poem.
Hours, at all hours, spent in the garage.
In the passenger’s seat of the car. With the radio on.
Searching the dial for a voice on the other side of static.
For an inspired paradoxical juxtaposition of spoken sounds.
For a metaphor for daily life as light.
Radiogenesis.
Or in attic rooms or dappleganged hotels listening
to the silence between screams for a sign of sanity.
Radiogenesis.
This is the Work. This is the stuff of a stuff better than sex.
The whore of Orpheus. The nightmare of Eurydice.
The thing invisible that becomes seen.
The King of the forgotten.
The siren Queen.
Radiogenesi (poesia per voce & sintetizzatore)
La mente è un’autoradio. Il corpo è l’Orfeo di Cocteau.
L’attrazione fisica è per la macchina. La macchina come amante delfico.
L’amore è per la radio, che è lo spirito dell’amante.
L’atto d’amore tra la radio e il Poeta è radiogenesi.
Dio è la mente universale. Il pensiero è spazio-tempo.
La radio è la mente. La mente del Poeta. Uovo fecondo.
Le manopole del Poeta sono sintonizzate su frequenze esatte che
si abbeverano di latte cosmico. Conoscenza bianca.
Come sperma proviene dalla mente di Dio.
L’unione di sperma e uovo fecondo dà vita alla chimica esplosione stellare della genesi.
Radiogenesi.
Il processo di traduzione di questi impulsi elettrici in genetica.
Elettrogenesi. Il risultato sono parole.
Scrivere queste parole genera Poesia.
Ore, tutte le ore, spese nel garage
seduti in macchina lato passeggero. Con la radio accesa.
A girare la manopola alla ricerca di una voce sull’altro lato statico.
Per un’illuminata, paradossale giustapposizione di suoni parlati.
Per una metafora della vita quotidiana come luce.
Radiogenesi.
O negli abbaini di hotel sosia a sentire
il silenzio tra le urla, segno di sanità mentale.
Radiogenesi.
Questo è il Lavoro. Questa è sostanza, sostanza migliore del sesso.
La puttana di Orfeo. L’incubo di Euridice.
La cosa invisibile che diventa vista.
Il Re di quanto dimenticato.
La Regina sirena.