“L’amore immune” e “Scoria e verde brillìo. Preghiera al COVID 19” di Plinio Perilli
Oggi proponiamo due testi interessanti di Plinio Perilli.
L’Amore immune di Plinio Perilli
“… Stiamo cambiando la prossèmica”…
Mi fa balzare – evviva – proprio il linguaggio,
lì in TV nel solito blaterìo mass-mediatico
del professore di turno, medico virologo.
I luminari, si sa, vanno cercando l’Uomo,
ma non hanno più la lanterna di Diogene…
Da “sema”, segno, scienza del portamento,
e “pros”, preposizione di luogo: verso,
dalla parte di… Venisse invece da “pro”,
significa innanzi, davanti… Contaminatio
argutamente semiologica. Davanti al segno,
i segni davanti: anche davanti al corpo!
Prima il segno – giurano i comportamentisti.
“Prima il corpo!” arringavano invece
le femministe d’antàn, o i veri e puri
poeti d’Eros… Vince il corpo, cambia
e s’atteggia, decide il porsi, pro-porsi.
Epidemia o pandemia che infine sia,
ci rapportiamo diversi, titubiamo.
Vade retro, Satana! – no al contatto.
Il touch and screen, rimanga nei computer.
Dàgli all’untore!, tornano i monatti…
E la Colonna Infame è sempre eretta,
riapriamo le grandi pagine del Manzoni;
o la cronaca metaforica della Peste: Camus
che però fece togliere la scritta romanzo…
Marquez, con L’Amore ai tempi del colera…
Ma il romanzo del segno e del corpo
è più vecchio dell’Età della Pietra
(sema o soma?). Quando il Primo Homo
si alzò Erectus, e diventò Sapiens!,
umanoide… Darwin arrivò millenni dopo,
ma gli angeli (e gli scienziati), annullano
di quiete vorticosa lo spazio-tempo.
Così oggi il “corona-virus” ci cambia
la prossemica: niente più abbracci,
virili, complici, amicali, sensuali…
Niente baci e bacetti. Tolleranza zero,
del sema al soma: fine alle smancerie
spesso oziose che hanno accompagnato,
comunque i riti, i gesti de la civilisation.
Neanderthal è tornato. Esce dalla caverna
della prossemica. Pros-sema, e pro-soma…
Davanti al segno, tutti i segni del corpo,
in un corpo a corpo che in realtà ci sfinisce
l’anima, le contrappone il corpo stesso
dei segni… Ci dicono di non mischiarli!
Oggi anzi un Ministro ce lo ordina! Non
fondersi, non abbracciarsi. Oh, sarebbe
festa nefasta, orgia dei batteri, un rave
dissennato di tutti i microbi… Perfino
il semplice T’amo, torni ad essere solo
un verso; velenoso magari, come l’Odi
arcigno di Catullo: mero omaggio con cui
l’Uomo anche all’Amore resta immune…
(“La settimana che ci ha cambiato”, titola La Repubblica di venerdì 28 febbraio 2020. “I giorni del virus – Città vuote, turisti azzerati, aziende in crisi: la grande paura comincia venerdì scorso”. Giorni atroci e anche sciocchi, timorosi di tutto. Ma non immaginavo che potesse contagiarsi, contaminarci anche il Linguaggio!…)
***
Scoria e verde brillìo di Plinio Perilli
Preghiera al COVID 19
a Irene Patrone, giovane medico specializzanda
a Genova, ricoverata con polmonite all’Ospedale
di Sanremo, contagiata davvero eroica in servizio…
… Si può parlare a un microbo?
Detto nefasto, malefico, ed ora,
tra tanti infinitesimi esseri viventi,
ricercato e indagato in laboratorio
come killer trasparente super-wanted
d’ogni microscopio… Debbo proprio
pregarti? Ecco, quando hai deciso,
di trasmutarti terrifico? Come e
perché è successo, che la tua vita
ignota e minimale, potesse contagiare,
vampirizzare la nostra? Virus eppure
già divo universale, archistar d’ogni
mìcron o forse subconscio unicellulare.
Entra Sua Maestà il Coronavirus…
Architetto, artefice lì dentro al Nulla
che invece decide Tutto, non appari ma
vigi, regni meglio se uccidi: e profani
come cattedrale di bronchi e ossigeno
ogni nostro respiro. Bestemmi, risucchi
i palpiti a blasfemi colpi di tosse: mentre
ti bei nel muco, fra le navate delle mucose…
Si può pregare, scongiurare un microbo?
Te che ci sei apparso come il batterio
Giuda, un Caino patogeno che fagocita
gli orizzonti sereni, la flora benefica
con cui noi amiamo, o digeriamo; e qui
ci insidî ogni abbraccio, a controprova
del nostro esser fragili, oh è vero,
uomini fatalmente morituri, maldestri
e screaturati di vanità e stoltezze.
Ma se è vendetta, proprio non serve
catechizzare i trascorsi, sia Tu sentenza
biblica, nuova piaga d’Egitto o perfida,
fermentante jattura astrale… Varrebbe
come le profezie di Nostradamus, o
peggio la trama d’un filmaccio epidemico
noioso di morte! Tutti pessimi attori, noi
umani. Bravi solo i medici, gli infermieri
che davvero si immolano! Superbi solo
Voi Virus, perfetti nella parte del Covid-19…
Trasponiti dunque buono, avvieni in noi
sano e giusto: muta e torna batterio
diligente, cara entità benefica, enzima
che aiuti il Corpo, del singolo e del
Pianeta Azzurro… Miliardi i tuoi simili,
come sempre, ci aiuteranno a farci
vivere, trasformare, assimilare la vita
succo a succo, poltiglia di meraviglie:
appassionato incanto genitale e PH
fisiologico che desidera, carezza armonia.
Torna mite batterio, briciola di luce
che feconda e accudisce anche il buio.
Scheggia d’una preghiera che noi oggi
innalziamo al Dio di tutti, che ci è sacro
– e se c’è, ed è certo, è vero – anche
Te ha creato, battezzato fra la polvere
d’oro e il fango numinoso dello Scibile…
Col tuo tondo corpicino celeste e microsfere
rosse come gemme, carati da coroncina.
Baci e bacilli, cocchi, vibrioni e spirilli;
Eubattèri ed Archèi che pure meritano,
affrescano una loro invisibile Sistina!…
Coronavirus, che forse anche Tu in pace
ti salvasti nell’Arca di Noè, dal diluvio
terminato sul becco della bianca colomba:
sii rametto d’ulivo, scoria e verde brillìo.
Roma, il 15 marzo 2020
(“CO” sta per corona; “VI” per virus; “D” per disease, morbo, malattia; e “19” indica l’anno in cui si è manifestato. Segnalato infatti a Wuhan, in Cina – conferma l’OMS –nel dicembre, o forse addirittura novembre 2019)