“La filosofia secondo Robert Owen” di Giuseppe Ciraolo
Recensione di “La filosofia secondo Robert Owen” (Ensemble, 2012): un saggio di Giuseppe Ciraolo.
…“Il lavoro è la fonte di ogni produzione artificiale, (…) da esso provengono il benessere, il capitale, le ricchezze (…) le case (…). Ma è pure il mezzo con cui l’uomo forma la sua personalità, e i relativi valori: il lavoro è il motore di tutti i mutamenti umani, passati, presenti e futuri.”
È questo il tasto oggi – viepiù – dolente, tastato dall’autore Giuseppe Ciraolo, in questa sua prima pubblicazione datata 2012, e che quasi potrebbe sorprendere vista la sua giovane età, ma nient’affatto banale se contestualizzata al suo percorso di studi storico-giuridico-politici,un percorso di creazione di “pentatleti” sociali; al centro vi è la questione del lavoro, questione discussa, idealizzata, mai banale, mai secondaria, e che la storia ciclicamente ripropone in tutte le sue sfaccettature, come elemento trasversale, come linfa di ogni società, e per questo motivo posto tra le “fondamenta” dei preziosi testi costituzionali di matrice post-bellica, e che qui, può dirsi impersonificato da uno dei padri fondatori del socialismo, Robert Owen.
Owen fu il fautore primo di un cooperativismo lavorativo come “terza via” al socialismo storico di Engels, il quale venne attratto dall’idealismo innovatore del giovane inglese e poi invece respinto, poiché considerato un “utopista” anche da Karl Marx. “(…) Owen transita dall’utopismo al riformismo”, ma è in lui ben saldo un valore, ovvero la dignità del lavoratore come “risorsa” e non “prodotto” del boom evolutivo quale fu la rivoluzione industriale, nel contesto europeo prima e mondiale poi. Il suo archetipo social-comunitario si ispirava al modello di società aristotelica; convinto assertore del riformismo pedagogico non dimenticòma anzi ritenne assai migliore il fine ultimo – ovvero quello produttivo – se accompagnato da un arricchimento istruttivo-pedagogico (sull’imprinting di Fourier); emerge qui in Owen la sua figura di “industriale illuminato”, egli fu critico nei confronti della religione (del quale riabbraccio un cammino personale attraverso lo Spiritualismo) e dell’organizzazione sociale artefice a suo giudizio di un avvilimento dell’umano agire. “(…) egli non confidò mai nelle riforme politiche”; convinto assertore del progresso industriale e lontano dai principi del materialismo storico e della lotta di classe.
“Mezzo secolo dopo i Pionieri di Rochdale ne raccolsero l’eredità morale” e sociale.
Un buon saggio comunque, che ci racconta la filosofia di uno dei “padri del socialismo”, la sua visione ottimistica eal contempo radicale della società. Ciononostante Owen consegnò senz’altro alla storia una profonda ispirazione nel suo trentennale attivismo imprenditoriale ancorchè umano; una lettura che non può non farci riflettere sull’importanza del lavoro e del capitale umano in quella che oggi appare la “soffocante” visione di una società bloccata, ma che è, invece, imprescindibilmente e costantemente in evoluzione.