“La cura dell’attesa” di Maria Pia Romano
Recensione di “La cura dell’attesa” di Maria Pia Romano (Lupo Editore, 2012).
“La cura dell’attesa” contiene già nel titolo una serie di promesse che nel corso della lettura non vengono disattese ma acquistano anzi colori sempre più vivaci e a tratti sensuali. Il romanzo è una storia d’amore nei confronti della vita, un inno alla consapevolezza delle scelte, un percorso di passione che snodandosi ci porta sempre di più ad avvicinarci ai segreti e ai pensieri più intimi della protagonista Alba, della quale seguiamo la crescita emotiva, le fragilità, le maree interne. Questo libro è quasi un vademecum che incoraggia ad affrontare il destino con forza e determinazione , ma anche con quella capacità di intenerirsi delle proprie debolezze e di accettarle, perché non è la ricerca costante della perfezione che può nutrirci veramente bensì la capacità di guardare con tenerezza alle nostre fragilità e di conseguenza a quelle degli altri, sembra volerci suggerire l’autrice. Seguiamo così le vicende di Alba, che fin dalle prime pagine ci racconta della sua “attesa” e di come lei scelga di restare l’unica custode della propria vita segreta; siamo testimoni delle sue vicende e degli innamoramenti, della spinta passionale che la guida verso figure maschili molto diverse e distanti tra di loro. La trama è sostenuta da una scrittura fluida, da un linguaggio ricco di immagini poetiche che esprimono forza e delicatezza allo stesso tempo. Numerosi i rimandi letterari a scrittori e scrittrici la cui memoria fa da sfondo ai vari capitoli, quasi a rafforzare l’idea che l’essenza di alcuni libri, una volta letti, si depositi nelle nostre menti per sempre e diventi il fluido arcano che arricchisce e/o giustifica ogni nostra intenzione. Così Vittorio Bodini, Maria Corti, Antonio Verri e Rina Durante (solo per citarne alcuni) diventano, nella dinamica del romanzo, delle vere e proprie guide spirituali, con le quali risulta naturale per la protagonista, in un dialogo interno, immaginario e costante, condividere i moti ondivaghi della propria anima. I luoghi e i paesaggi della Puglia, a partire dalla Murgia fino al Salento, fanno da sfondo ad una prosa ricca e dal respiro lungo. La musica delle onde, attraversa ogni pagina di questo romanzo restituendo al lettore la piacevolissima sensazione di essere cullati dal respiro del mondo, un respiro arcano, segreto e complice che è linfa vitale e che spesso ci sorprende in quell’atteggiamento di incanto e stupore, così noto a chi ama il mare e a chi sa immergersi, senza timore, nei suoi fondali.