Intervista a Gabriele Prinelli
Intervista a Gabriele Prinelli, interessante scrittore italiano.Gabriele Prinelli, 41 anni, scrive romanzi dal 2007 (esordendo con Il cane del santo). I suoi primi quattro libri sono editi da Gemini Grafica, Frilli e Loquendo; l’ultimo, L’oro di san Giorgio, è scaricabile gratuitamente in formato .ePub all’indirizzo http://lorodisangiorgio.wordpress.com/. Gestisce il blog “Quaderno di un bibliotecario” (http://letture.wordpress.com/).
Nelle Sue opere il picaresco si unisce al “giallo” (esemplare al riguardo La mano dell’organista) con esiti gustosi fino all’esilarante. Come definirebbe il Suo “mix” personale?
Lo definirei un miscuglio di commedia a sfondo storico con l’aggiunta di un pizzico di giallo, di amore e di leggende popolari. I protagonisti dei miei romanzi sono i semplici che, sebbene non ignari delle difficoltà del vivere quotidiano, sono capaci di godersi la vita.
I Suoi finali sono sempre positivi: non in quanto “lieti”, spesso solo in quanto i personaggi – nonostante la loro rozzezza – sanno accettare la realtà con grande compostezza. Sembra di poter scorgere un secondo livello di lettura oltre a quello della narrazione dei fatti: dove protagoniste sono la saggezza e la consapevolezza che l’uomo può assumere a qualunque latitudine e grado di istruzione.
Il finale è consolatorio, ma non riporta mai la vicenda allo stato di partenza, riserva sempre una sorpresa. Ritengo che il mio narrare abbia uno stile garbato e pertanto anche le conclusioni rimangono in tono. Anche lo sconfitto, come si scriveva poc’anzi, è consapevole di aver perduto la battaglia. Del resto, si gioca sempre sapendo che nella vita è difficile ottenere un risultato di pareggio. Circa il secondo livello di lettura, faccio notare che i proverbi erano e sono il linguaggio degli incolti… eppure sono il frutto di osservazioni, seppur empiriche, e perle di saggezza. Chi ha pochi mezzi culturali stenta a leggere il suo tempo, ma ciò non deve portare alla rassegnazione. Chiunque può migliorare il suo stato e così cercano di fare i miei personaggi.
Dalla lettura dei Suoi testi emerge un uso della lingua italiana sapiente, forbito ma mai arzigogolato, adeguato alle esigenze del contesto e godibile nella forma. Come lettore “seriale”, quali libri (e quali autori) consiglia ai giovani in preda al basic italian dei social network?
La lingua italiana è ricca di vocaboli che permettono di descrivere infinite sfumature. È un peccato utilizzare un vocabolario di base. I romanzi contemporanei, spesso, sono poveri di stimoli linguistici. Ai giovani lettori consiglio di non accontetarsi di quello che il mercato propone, ma di cercare nel mare magnum della letteratura. Per chi vuol avvicinarsi alla scrittura, mi sento di suggerire un bagno nella letteratura italiana di fine ottocento, inizi novecento, dove la sintassi e il lessico sono fenomenali. Personalmente sono sempre alla ricerca di testi dimenticati, da ripubblicare con un amico editore e garantisco che esistono veri gioielli… molto impolverati. Qualche nome? Rovetta, De Marchi, Cantoni…. per citare quelli meno proposti dalle letture scolastiche.
Come nasce il Suo ultimo romanzo e perché, per la prima volta, decide di renderlo leggibile gratuitamente in formato elettronico?
L’oro di san Giorgio prende spunto da una commedia teatrale scritta nel 1996 da don Cesare Amelli. Non è, tuttavia, una trasposizione romanzata di quella vicenda, ma ne ho estratto il nucleo, che all’epoca di aveva particolarmente colpito, per inventare una storia nuova. La scelta digitale è presto spiegata: lo scorso 25 aprile ho sposato Gemma e il romanzo in questione (in versione di carta) è stato la nostra bomboniera. Abbiamo voluto che rimanesse un pensiero esclusivo per gli invitati e perciò non sarà commercializzato (seppur fornito di ISBN e rintracciabile in tutte le librerie on line). Per il resto del mondo c’è a disposizione l’ebook gratuito.
Dopo ben cinque libri pubblicati si può forse cominciare a fare un bilancio: qual è quello a cui è più affezionato? C’è forse un personaggio in particolare di cui sentiremo ancora parlare?
Sono ancora alla ricerca del mio romanzo e quindi ciò che ho pubblicato finora è il percorso che, spero, mi condurrà verso l’obiettivo. I miei personaggi sono in un certo qual modo reali e perciò voglio più bene a quelli che mi ricordano gli amici simpatici.
Certamente non avrà intenzione di fermarsi qui. Qualche anticipazione sul Suo prossimo lavoro?
Vorrei fare il salto nella grande editoria e perciò sono alla ricerca di un agente letterario importante. Ho spedito in lettura un inedito più vicino al mio modo di sentire oggi la scrittura. Sarebbe un ritorno al mondo del noir con ambientazione negli anni ’30 del novecento. Per l’autunno stiamo lavorando alla seconda parte de “La mano dell’organista” (che sarebbe dovuta già uscire 3 anni fa)… ma nel mondo dell’editoria vale il detto non dir quattro se non l’hai nel sacco… quindi aspettiamo con fiducia l’autunno.