Gazzè, Silvestri e Fabi: concerto a Modena
Gazzè, Silvestri e Fabi in concerto a Modena.
Una goccia stilla, proiettata sul fondale della scenografia. È l’ultimo suono-visione che il megaschermo ha riprodotto in rapida sequenza: il gorgoglio del caffè, il battito cardiaco, per dirne alcuni. E una goccia. Agganciata a una nota emessa dalla chitarra di Niccolò Fabi. Un istante dopo, con il basso di Max Gazzè e la chitarra di Daniele Silvestri siamo già dentro “Alzo le mani”. I tre cantautori appaiono sul palco e la festa della musica nel palazzo dello sport di Modena ha inizio.
Il passaggio da un brano all’altro, che sia di Fabi, di Gazzè o di Silvestri è duttile. I pezzi sono ripensati, e suonati, in maniera alchemica. Non si riesce a fare la conta e cadere nel tentativo restrittivo di ridistribuire i titoli per autore, ogni brano del passato o dell’album “Il padrone della festa” (Sony Music 2014) è un brano nuovo. Un brano unanime, un brano di tutti sul palco e sugli spalti. Un’osmosi che si propaga e ha effetti benefici. “Una buona idea” si diffonde per il palazzetto e fa che band e pubblico siano una sola voce. Un solo ritmo. “A bocca chiusa” si rigenera dell’energia collettiva e rinnova il suo senso, oggi più attuale che mai. “Mentre dormi” è un volo delicato che inizia con Fabi e si conclude con Gazzè, e Silvestri al piano. Così come “La favola di Adamo ed Eva”, “Lasciarsi un giorno a Roma” e “Salirò” sembrano susseguirsi senza soluzione di continuità, proiettati dalla dimensione di fine anni ’90 e primi anni 2000, all’atmosfera magica ed energica di questa serata.
La band che accompagna il trio è eccellente: Gianluca Misiti alle tastiere, Piero Monterisi alla batteria, Roberto Angelini chitarra elettrica e chitarra slide, Massimo Dedo trombone, tromba, chitarre, sega musicale e cori, Adriano Viterbini chitarra, Josè Ramon Carabello Arnas alle percussioni. Insieme intessono una trama musicale per più di due ore e mezzo di concerto e suonano con tale naturalezza e bravura da far dimenticare che stiano suonando, che stiano lavorando. Loro per primi si divertono, e il pubblico vive dentro le loro note ogni singola emozione.
La regia dello spettacolo è ben congegnata, le luci sorprendono, e il grande schermo bianco, oltre a rimandare le immagini dal palco, ospita anche filmati dal sapore di videoarte.
Fabi, Silvestri e Gazzè condividono il palco moltiplicando l’unicità di questo esperimento musicale.
La loro è la festa della musica, della buona musica, ma anche del divertimento puro (spassoso vederli duellare a suon di hit ne “L’avversario) come dell’impegno in prima persona (“Life is sweet” nasce dal loro viaggio in Sud Sudan insieme a Medici con l’Africa Cuamm), e della sintonia (una speranza comune li unisce, e ci unisce, ne “Il padrone della festa”). E finita la festa lasciamo il palasport entusiasti e in stato di grazia, “uno per uno per uno e fino alla svolta”.