«Concerto a Vanagloria» di Claudio Fiorentini
Nota di lettura, di Luciana Raggi, su «Concerto a Vanagloria» (Ensemble, 2019) di Claudio Fiorentini.
Fin dalle prime pagine l’ultimo romanzo di Claudio Fiorentini ci appassiona, proponendo i diversi protagonisti attraverso storie situate in tempi diversi e creando subito curiosità e attesa per il momento nel quale, come immaginiamo, le loro vite si incontreranno. Questo graduale collegamento, sapientemente costruito dall’Autore, crea suspence e interesse, e il momento cruciale sarà l’evento a cui fa riferimento il titolo, un concerto speciale a Vanagloria, a cui tutti i personaggi saranno presenti.
Ci sono Elmer lo scrittore, Ted l’editore, sua moglie e sua figlia Juliette musicista; Vito, venditore di aspirapolveri ed enciclopedie, e Adelina; Piero e Pina, una coppia arrugginita e i loro figli attivisti pacifisti che per sabotare la guerra escogitano strani sistemi.
È un romanzo che non cade mai nel banale o nel noioso e si legge tutto d’un fiato, sia per la bella scrittura sia per i temi di grande attualità, che l’autore affronta attraverso le parole e la vita di persone un po’ speciali che sentiamo a noi contemporanee.
E insieme alle persone, con le loro storie che si intrecciano, sono protagoniste la musica, la poesia e l’arte.
Emerge chiaro il pensiero di Fiorentini riguardo all’importante funzione dell’artista in una società dominata da interessi economici. Non mancano riflessioni sull’editoria, sulle differenze di genere, sulla guerra, sulla città, su pregi e difetti, variamente mescolati, degli esseri umani, sempre espresse in un linguaggio chiaro e contemporaneo. Sono attraenti le descrizioni, finalizzate alla comprensione approfondita di persone, luoghi e fatti.
Lettura consigliata, gradevole e interessante.