“Il braccialetto” di Lia Levi
Recensione di “Il braccialetto” (Edizioni E/O) di Lia Levi.Il braccialetto, l’ultimo romanzo di Lia Levi, da subito molto avvincente perché intessuto di storia e sentimenti insieme, è un romanzo di formazione sullo sfondo della storia italiana dei primi anni Quaranta. Le vicende si snodano a Roma dopo il 25 luglio 1943, e narrano la grande amicizia che nasce tra Corrado, un ragazzo ebreo di quindici anni, e Leandro, suo coetaneo e studente del Visconti, liceo in cui Corrado si sarebbe iscritto, se le leggi razziali non lo avessero invece costretto a frequentare una scuola ebraica. Ora il fascismo è caduto e Corrado si illude, forse troppo in fretta, che a settembre tutto tornerà come prima, iniziando una nuova vita proprio sui banchi del Visconti, con Leandro. L’amicizia tra i due giovani è esclusiva e forte, un’amicizia speciale, come solo a quindici anni si può avere, e che lo fa crescere. Grazie ad essa infatti Corrado si sente subito più sicuro e più forte, in un momento così difficile per tutti, e proietta la sua prospettiva di vita all’esterno della famiglia, in aperto antagonismo con i genitori. Nel suo tumulto adolescenziale, essi gli appaiono ora degli sconfitti, perché hanno quella pacatezza derivante dall’esperienza e sanno che la storia è imprevedibile e bisogna stare pronti a parare il colpo, quando meno te lo aspetti. E poi succede che il brutto colpo arriva, fa inceppare l’ingranaggio della felicità e sprofonda di nuovo tutti gli adulti nella paura. Il 26 settembre 1943, i tedeschi chiedono agli ebrei romani, in cambio della salvezza, cinquanta chili d’oro da raccogliere in sole trentasei ore. Comincia la raccolta casa per casa, ognuno dona quello che ha, fiducioso di avere salva la vita. Corrado è tranquillo, sa che c’è il braccialetto d’oro di sua madre che potrà aiutarli: grande, pesante, con i cerchi d’oro che tintinnano ad ogni movimento del braccio. Ma il braccialetto non c’è più… i genitori hanno preparato da portare via solo qualche vecchio gingillo d’oro. Dov’è il braccialetto? Quel braccialetto che nella mente di Corrado accompagna la madre in tutti i suoi ricordi? Proprio questa scomparsa innesca in lui un’aspra ribellione verso i genitori, un definitivo distacco, un rifiuto a favore dell’amico. E proprio questo atto impulsivo diventerà cruciale per il suo destino.
Il braccialetto è un romanzo che si legge tutto d’un fiato perché ha un ritmo incalzante, serrato, che non permette pause. I capitoli si susseguono veloci e s’intrecciano, proprio come i cerchi d’oro del braccialetto della mamma di Corrado, simbolo di tutta la storia.
Non è facile trovare in un romanzo una prosa così ritmata, che procede lieve e veloce, a vele spiegate nella mente del lettore. La storia si evolve con uno stile facile e profondo insieme, in modo talmente naturale che si ha la sensazione che la vicenda non potesse essere narrata in un altro modo se non così. E’ perfetto, dunque. Senza un cedimento, un’inerzia.
Le vicende storiche sono solo uno sfondo, perché gli eventi sono filtrati attraverso gli occhi del liceale Corrado, alle prese con la prima, intensa e più grande amicizia della sua vita, decisiva per la sua crescita. Egli è un ragazzo sensibile, volubile, pieno di sogni, speranze, ideali e con in tasca quella voglia di cambiare il mondo che solo da adolescenti si può avere.
In effetti, sono così i quindici anni: si ama e si odia, si combatte tra mille contraddizioni, si è terribilmente inquieti. Un’inquietudine dovuta al fatto che esiste uno scarto, uno spazio vuoto, tra quello che si è e quello che si vorrebbe diventare.
Così si cerca di aggrapparsi a qualcosa, di dar forma al futuro, ma gli slanci, le aspirazioni, spesso si infrangono contro la realtà che è ben diversa da come si pensava. E allora si fa strada un odio cieco, immotivato, che prende vita di fronte all’indole pacata degli adulti o ad un gesto goffo, sciatto, buttato lì senza pensare da una persona che prima si amava e ora sembra di disprezzare all’improvviso.
Sono imprevedibili i quindici anni, in essi non c’è nulla di mediocre, di scontato. Tutte le sensazioni che passano dentro sono amplificate e allora tutto appare netto. Le passioni, gli amori e le amicizie sono travolgenti e trionfanti. Si combatte per conoscere e costruire la propria individualità, per questo con vitale egoismo si recidono vecchi legami e se ne creano di nuovi. Fondamentali ed esclusivi, il resto non conta. E proprio grazie all’amicizia Corrado si salverà. Inaspettatamente.