“Blue Notebook” & “Pizza Poem”: due inediti di Luke Warm Water
“Blue Notebook” (“Quaderno azzurro”) & “Pizza Poem” sono due inediti di Luke Warm Water tradotti per noi da Alessandra Bava.
Blue Notebook di Luke Warm Water
Blue sky
bright blue Black Hills lake
shining silver streams
curled into tributaries
rolling tan soil fields
covered with smooth snow
icicle lines horizontal
a Lakota red road vertical
Take my offering of pen
upon your pureness
within your winters
your season of cracking trees
under the blue sky
until spring brings
curled silver streams
holding it all together
until my baby daughter
finds this blue notebook
many years from now
past my death
in a cardboard box
in the closet
Quaderno azzurro – traduzione di Alessandra Bava
Cielo azzurro
lago delle Colline Nere azzurro acceso
lucenti ruscelli argentati
in gomitoli di affluenti
campi ondeggianti di terra bruna
ricoperti di soffice neve
ghiaccioli orizzontali
una strada Lakota rossa verticale
Accetta questa mia penna offerta
alla tua purezza
nei tuoi inverni
la tua stagione di alberi che si spezzano
sotto il cielo azzurro
fin quando a primavera torneranno
gomitoli di ruscelli argentati
che conterranno tutto
fin quando la mia figlia neonata
non troverà questo quaderno azzurro
negli anni lontani
dopo la mia morte
in una scatola di cartone
nel ripostiglio
***
Pizza Poem – traduzione di Alessandra Bava
Ti va della pizza?
Quando chiedevi a
mio zio Verlin che aveva 40 anni più di me
della sua etnia
era solito rispondere
Prevalentemente Sioux
in parte tedesca e per
quel che riguarda il bere
di pura razza irlandese
Zio Verlin è diventato anziano,
allevato dai miei nonni
in una ranch
nella riserva del Sud Dakota
zio Verlin era un vero cowboy indiano
viveva la sua vita
come nelle canzoni di
Hank Williams Sr. e Woody Guthrie
andando alla deriva, bevendo,
lasciando la scia
di una mezza dozzina
di ex-mogli incazzate e figli
riconosciuti e non
sul sentiero della sua vita
Una sera io e zio Verlin
ci siamo scolati un quinto di whisky,
affamati, abbiamo optato per la pizza
che avevamo visto nella reclame TV
di Pizza Hut
e ne volevamo mangiare una
per la prima volta
Giunti sul posto
un giovane bianco
dietro al bancone ci ha chiesto
cosa desideravamo ordinare
La pizza più grande con tanta mozzarella
ha risposto zio Verlin
il ragazzo bianco ci ha chiesto con cosa
la volevamo condita
zio Marlin ha risposto
Piccoli uomini bianchi
Il ragazzo dietro al bancone sorpreso
Ha chiesto ‘con cosa?’
Uomini bianchi piccoli, piccoli sulla mia pizza
‘Ehm, signore
Temo che non abbiamo questo condimento
Vuole un condimento diverso?’
NO! Voglio solo uomini bianchi piccoli, piccoli sulla mia pizza
Il ragazzo bianco dietro il bancone
sembrava che se la facesse sotto allora
e io e zio Verlin
non ce l’abbiamo fatta più
abbiamo riso e riso
fino a casa
con la nostra pizza
con salsiccia italiana per condimento
tra le mani
Dopo tutto
Colombo era italiano
abbiamo pensato che fosse la migliore
alternativa come condimento per la pizza
Pizza Poem di Luke Warm Water
Are you hungry for pizza?
my Uncle Verlin was 40 years my senior
when questioned about his ethnicity
he would respond
Mostly Sioux Indin’
part German and when
it comes to the drink
full-blooded Irishmn’
Uncle Verlin lived to be an old man
raised on a ranch
on a South Dakota Reservation
by my grandparents
Uncle Verlin was a true cowboy Indian
living out his life
like the songs
Hank Williams Sr. and Woody Guthrie
lamented about
drifting, drinking
leaving a trail
of a half dozen pissed off
ex-wives and children
claimed and unclaimed
along the path of his life
One night Uncle Verlin and I
polished off a fifth of whiskey
hungry, we decided on pizza
he had seen TV commercials
for Pizza Hut
and wanted to eat at one
for the first time
Upon our arrival
a teenaged white boy asked us
from behind the counter
what we wanted to order
The biggest pizza you have with a lot of extra cheese
Uncle Verlin said
the white kid asked what he wanted
for toppings
Uncle Verlin said
Tiny little white men
the kid behind the counter looked bewildered
asking ‘what?’
Tiny tiny little white men on my pizza
‘Uh sir
we don’t have that topping
do you want a different topping?’
NO! I want only tiny tiny little white men on my pizza
the white boy behind the counter
now looked shit scared
after that Uncle Verlin
and I lost it
we laughed and laughed
all the way home
carrying our pizza
with Italian sausage topping
After all
Columbus was Italian
we thought it the next best choice
for a pizza topping
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Luke Warm Water è un poeta autodidatta nato a Rapid City nel Sud Dakota. Cresciuto in un quartiere urbano nativo americano, è membro della tribù Oglala Lakota. Ha iniziato a scrivere poesie verso i 30 anni e ha partecipato con i suoi versi intensi e pieni di umorismo a diversi poetry slam. La sua poesia è apparsa in Sing: Poetry from the Indigenous Americas (University of Arizona Press, 2011), Shedding Skins: Four Sioux Poets (Michigan State University Press, 2008) e in 8 raccolte a partire dal 1999. I suoi testi si occupano spesso di temi riguardanti gli Indiani d’America. Luke è stato il primo poeta a ricevere una borsa di studio in Letteratura dalla Archibald Bush Foundation ed è stato poeta ospite alla dodicesima edizione del prestigioso festival biennale di Poesia Geraldine R. Dodge nel 2008. È attivamente impegnato affinché il prigioniero politico nativo americano Leonard Peltier (www.whoisleonardpeltier.info) venga rilasciato organizzando e/o partecipando a eventi poetici e incontri. Luke risiede a Oakland in California.