“Blood & Breakfast” di Riccardo de Torrebruna
Recensione di “Blood & Breakfast” (Ensemble, 2014) dello scrittore, sceneggiatore, regista e attore Riccardo de Torrebruna (sua la sceneggiatura di “Tre tocchi” presentato alla Festa del Cinema di Roma).
Successivamente alla bella presentazione che si tenne presso “Più libri Più liberi 2014”, decisi di leggere questo libro, che si può identificare sostanzialmente con un giallo a tinte rosse più che con un thriller nel senso canonico del genere. La suspense comunque non manca e la storia si dipana scorrevolmente, mentre il lettore cerca una spiegazione a ciò che accade al protagonista Carl e ai suoi misteriosi ospiti presso il bed and breakfast che gestisce in una località italiana della costa adriatica, adattato a tale da una casa ereditata dalla non amata nonna. Un’ambientazione degna del miglior Hitchcock, però in salsa italica, con una vecchia e tipica costruzione sfregiata da un cavalcavia che le passa di sopra. Un’abitazione che – come capita non di rado in Italia – la modernità rende disarmonica con il paesaggio. La casa una volta epicentro del suo ambiente, oggi limitrofa a un’arteria, periferia della propria identità, dove la vita passa ma non converge. È forse questa una chiave di lettura del libro, una metafora dell’esistenza dei suoi protagonisti che vivono ma non trovano il proprio punto focale, finché un azzardato B&B si rivela essere quel luogo spazio-temporale dove il destino è in agguato. Un destino chiarificatore? Fausto? Infausto? Un finale allegorico? Scoperte e metafore dei lettori, al quale il testo si offre. Qualcuno, forse temendo palati suscettibili, mi aveva suggerito che il libro poteva essere un horror. In realtà non vi sono scene per stomaci sensibili. C’è qualche immagine relativamente ‘forte’ nel concitato finale, ma il libro è per molti in questo senso.
Cosa sta succedendo a Carl? e soprattutto perché scompaiono gli avventori della eccentrica struttura?
Non è bene anticipare nulla, è un privilegio che appartiene solo al lettore.
Sono assolutamente d’accordo con il regista Marco Risi e l’attore Fabio Bussotti, i quali hanno presentato il libro, sul fatto che il testo subisca in modo positivo le influenze di Dostoevskij e di Hitchock, quello di Psyco per intenderci. Mi sembrano le due linee guida, inconsapevoli o meno, del libro. Non delle fonti di ispirazione vere e proprie, ma delle influenze, che come tutte quelle che sono reali devono essere inconsce. Questo per dire che non c’è nessun tentativo di emulazione da parte di Riccardo De Torrebruna. Bussotti inoltre, in occasione della presentazione, ha letto con maestria e opportunità nella scelta alcune pagine del testo, tese a mettere in luce la qualità stilistica, introspettiva e descrittiva dell’autore, che poi si ha modo di apprezzare durante l’arco della narrazione.
Un libro che fa pensare a un film ipotetico o un libro già pensato in chiave cinematografica? date anche le pregresse esperienze dello scrittore in qualità di sceneggiatore? Dubbio amletico. Blood & Breakfast è senza dubbio un romanzo cinematografico. Forse qualcosa in fase di eventuale sceneggiatura potrebbe essere modificata, come di norma avviene. Inoltre Marco Risi, oltre ad essere un grande autore del cinema italiano, sarebbe il tipo di regista giusto, che ha nelle proprie corde quei codici espressivi che fanno parte del libro. Non a caso poi Riccardo de Torrebruna è stato uno degli sceneggiatori del suo ultimo film Tre tocchi.
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