“Bad Love” di Alexandra Guelfi
Recensione di “Bad Love” (Vanda Epublishing) di Alexandra Guelfi.
Molti ritengono il fumetto un libro per bambini, una storiella piena di figure. Ma il fumetto ha le stesse caratteristiche del romanzo e, proprio come il romanzo, può trattare argomenti leggeri ed estremamente seri: tutto è nelle mani degli autori.
Bad Love oscilla tra la gravità e la leggerezza più totali, senza mezze misure. È adulto e infantile, maturo e acerbo, serio e ironico. Leggendo il fumetto di Alexandra Guelfi non si ha mai la sensazione di trovarsi di fronte a una o all’altra faccia degli estremi che lo compongono, anzi ci si muove di continuo tra tutti i suoi opposti.
L’autrice racconta un momento della sua vita che le ha certamente lasciato il segno: quello dell’amore incondizionato per un tossicodipendente. L’inizio, la discesa e la risalita di un’esperienza complessa, dolorosa e difficile. Una scelta davvero coraggiosa quella di scoprire una parte così profonda della propria vita e di raccontarla attraverso le parole e le immagini.
Ma – proprio perché Bad Love si regge sulle opposizioni radicali – a fare da contrappeso a un argomento tanto intenso, si trovano un disegno e un tipo di racconto semplice e fresco.
Il valore del fumetto non sta solamente nel costante dialogo tra quei contrari che rendono la narrazione vivace ma, soprattutto, nella sfera interiore che Alexandra Guelfi ha deciso di svelare pagina dopo pagina.
L’autrice racconta una parte molto intima della sua vita, del suo bagaglio personale e lo fa con sincerità; senza dare ammonimenti al lettore, senza appesantire il racconto con la supponenza di chi ‘ci è passato’, ma solo forse guidata da un forte desiderio di condivisione, dalla necessità di esorcizzare un vecchio fantasma non del tutto dissolto.