“Arcipelago dell’insonnia” di António Lobo Antunes
Recensione di “Arcipelago dell’insonnia” di António Lobo Antunes (Feltrinelli, 2013).
L’ultimo romanzo di António Lobo Antunes trasporta il lettore nelle vicende private di una famiglia disfatta attraverso il consueto intreccio di piani temporali e voci narranti. La difficile prosa di Antunes, come indicato nella quarta di copertina, è la vera protagonista in questa storia di violenza e prevaricazione miracolosamente comunicativa.
Pubblicato in Italia da Feltrinelli (18 euro) Arcipelago dell’insonnia segna il sempre crescente interesse per questo autore portoghese, indicato in patria come una grande voce nazionale. Le vicende dei personaggi, uniti da vincoli di parentela sospetti, all’ombra del terribile capofamiglia, ci trasportano in un Portogallo rurale, assolato e soffocante. Un ingombrante rimosso che torna ad affollare il presente delle voci narranti (un fratello legittimo, uno illegittimo e un nipote rinchiuso in una clinica psichiatrica) come violenti squarci di luce accecante che invadono il buio del presente.
In uno scenario di brutalità apparentemente immotivata la storia sembra crearsi da sé nella temperie psicologica del sogno e dell’incanto. Il crudo realismo delle immagini proposte viene sublimato nei contorni sbiaditi e incerti del ricordo e del flusso di coscienza, una forza così decisiva che taglia a metà le parole in bocca o nel pensiero dei narratori e stravolge le battute dei protagonisti.
Arcipelago dell’insonnia lascia di sé un ricordo istantaneo e si dipana come un sospetto nella mente del lettore. Immagini, flash, caratteri appena accennati contribuiscono alla difficile alchimia di mostrare questo album di famiglia senza didascalie sullo sfondo della casa colonica, tacita testimone di tre generazioni (e di una nazione intera) presa nel vortice del tempo tra la prima guerra mondiale e la rivoluzione dei garofani, fine del regime autoritario di António Salazar.
Una lettura non semplice che pretende una complicità forte, ma che sa regalare alcuni fotogrammi difficili da dimenticare.
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