“Ai bordi di un quadrato senza lati” di Marco Onofrio
Recensione di “Ai bordi di un quadrato senza lati” (Marco Saya Edizioni) di Marco Onofrio.
“Libertà” è la prima parola che suggerisce il titolo di questa nuova silloge poetica, la decima, di Marco Onofrio. Libertà da ogni schema esistenziale, da regole imposte, da comportamenti suggeriti o dovuti. C’è un’aria luminosa che si respira in ogni verso: aria e luce unite in un legame che il poeta neppure potrebbe intravedere, se fosse imprigionato nel teatrino di marionette dove si ripetono “ad infinitum” le convenzioni e i luoghi comuni. Ed è una vera fortuna per chi sa trovare la chiave della linearità verso un equilibrio ambìto, conquistato, e quindi da assaporare: la vittoria su se stessi.
Creatività, raffinatezza, sensibilità accompagnata da grande forza interiore, riflessione e fluidità di linguaggio, sono solo alcuni degli elementi che caratterizzano la poesia di Onofrio. Se il titolo non fosse stato Ai bordi di un quadrato senza lati, avrebbe potuto essere “Rinascita”, intesa come percorso attraverso i differenti stati d’animo rappresentati dalle immagini, altrettanti punti di forza dell’opera stessa, laddove si specchiano emozioni e pensieri di un uomo: non obbligatoriamente l’autore, ma un uomo qualsiasi, seduto ai bordi di un lago senza sponde, vivo e pronto a raccogliere i presagi di uno sguardo sempre più vasto e consapevole, dopo aver compreso che il mondo non è propriamente quel che si immaginava. Subentra nei versi di Onofrio la serena accettazione di un universo imperfetto, e spesso ingiusto, la cui strada maestra è passata nel cerchio polveroso del dolore ed è, in seguito, uscita vincitrice, forte della sua nuova maturità.
Quale principio domina questa nuova silloge? La Luce. Una luce che risplende da ogni verso, intensa e profonda anche quando si parla di tenebre. Onofrio è un attento scrutatore della verità e la trova quotidianamente, dentro e intorno a sé. Cerca da sempre negli “occhi” del mondo la risposta alle proprie domande. La differenza rispetto a prima è che ora le risposte sono più concrete. Tutto questo non è solo frutto di intelligenza letteraria, bensì anche di comprensione, empatia, sensibilità.
Anche qui non viene meno il multilinguismo tipico di Onofrio, ricco di innovazioni che arricchiscono i versi e conferiscono una nota peculiare ai loro contenuti. L’originalità del linguaggio nel poemetto di “civile indignazione” Emporium (2009) era messa a servizio di una potente ribellione alle storture della società corrotta e dissoluta in cui viviamo. Questa indignazione non si è del tutto spenta; si è solo trasformata, e gli echi di quei suoni indocili ancora si avvertono trasalire, pur nella pienezza del silenzio conquistato. Ai bordi di un quadrato senza lati è una silloge da leggere senza pause, per non perdere neppure un attimo le mille sensazioni catturate dalla voce di un autentico poeta.
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