«La Tempesta» di Shakespeare, a cura di “il Carro di Tespi”
Che cos’è La Tempesta di Shakespeare se non il frutto più maturo e tenero del Bardo, che, arrivato a stabilire la fine della propria produzione drammaturgica, costruisce un’opera teatrale in cui omnia vincit Amor e per cui, dopo gli intrighi orditi per l’usurpazione di un trono, la tristezza derivante dalle condizioni dell’esilio, l’odio, le recriminazioni e le vendette, tutti input distruttivi e sentimenti amorali, finalmente il finale riserva la visione rasserenata – e però forse anche rassegnata- di un personaggio, Prospero, nel quale presumibilmente il Nostro si identifica in forma fin quasi testamentaria, che, deponendo le armi della magia, sceglie di terminare la vita salvandosi nella preghiera che «vince la pietà e libera dal peccato»?
Penso che non sia un caso se, per festeggiare i venticinque anni del Laboratorio teatrale “Il Carro di Tespi”, i ragazzi del Liceo Classico G. Galilei dell’IIS Galilei- Pacinotti di Pisa, guidati dalle conoscenze e dall’esperienza drammaturgiche del professore Agostino Cerrai e della regista e pedagoga Letizia Giuliani, abbiano scelto proprio codesta opera, per ritornare in auge dopo due anni di fermo pandemico. È per loro un ritorno alla vita. E un siffatto ritorno combacia con la materia scelta da William Shakespeare per il proprio congedo artistico e letterario.
Perciò, come dopo i vari e truculenti Coriolanus, Amleto, Romeo e Giulietta, Machbeth, Otello, Re Lear, Shakespeare vuole concedere un lieto fine al proprio pubblico e concedersi un commiato di pace, così sembra che i ragazzi del Liceo Classico Galilei vogliano esternare ai loro spettatori un messaggio di questi tempi importante: si può riandare incontro alla vita ripartendo da un gruppo di compagni, da un doppio appuntamento settimanale fissato presso la palestra di Via Sancasciani per “provare”, dall’entusiasmo per un progetto teatrale che riprende corpo dopo un lungo periodo di sospensione forzata e di DAD, e dalla voglia di rialzarsi e mettere insieme i cocci di due anni di adolescenza compromessi dal Covid19.
Difatti, c’è tutto un ventaglio di arti sceniche messo a punto in questa proposta interpretativa di La Tempesta, una performance che si rivela sonora, in stile quasi musical, e pausata tra Primo e Secondo Atto da un walzer che coinvolge tutti i personaggi in passi di danza incantati e solidali sulle note live di Can’t Help Falling In Love, quasi a ricordare che nessuno è esente da speranza d’amore, e che Amore – davanti al quale anche Prospero cederà e si commuoverà- è Vita, e la danza altro non è se non una ulteriore riscrittura delle scene, raccontate stavolta con il corpo, nell’essenzialità di vettori coreografici performativi cui gli ambienti del Teatro Verdi di Pisa, in cui i suddetti si inscrivono, non sono esenti dai tempi del Santo Genet di Armando Punzo e della sua Compagnia della Fortezza.
Fulcro della storia è, quindi, non tanto la vendetta di Prospero nei confronti del fratello usurpatore, quanto l’amore schietto e innocente che lega Ferdinando e Miranda, un amore che sul palcoscenico pare quasi assumere le note feeriche e oniriche di Sogno di una notte di mezza estate, un amore ancora agli albori, reso romantico e discreto ma al tempo stesso coraggioso e temerario dall’intonazione di Io che amo solo te, con cui Ferdinando ribadisce a Prospero di poter sopportare le pene inflitte, e molto altro ancora, grazie ai sentimenti che prova per la sua Miranda.
Dal canto suo, Prospero, insieme regista e direttore d’orchestra di una grande illusione di cui i suoi antichi nemici sono causa e vittima, mago e basileus amymon di epico stampo in un’isola in cui tutto funziona e tutto “prospera”, appunto, grazie alla sua presenza e al sapiente uso delle proprie arti, personificato sulla scena da una studentessa della scorsa Maturità, tesse le fila della sua trama aiutato da Ariele, un Ariele dalle dodici voci e dalle altrettante ipostasi, a materializzare una μῆνις contro quegli «uomini del peccato» che, come tanti Oreste infìdi e perseguitati dalle Erinni, ora pagano la pena di una mente sconvolta da quelle stesse Furie che, infine, otterranno la giusta ricompensa della libertà dovuta alla fedeltà dei propri servigi all’unico, e vero, Duca legittimo di Milano.
«Anche questo rientra a tutto tondo nello spirito più profondo della Tempesta», dice Rachele Chiarugi, che presta il suo volto a una delle dodici Arieli. E aggiunge inoltre: «Ariele è senz’altro uno dei personaggi più complessi, nel senso che, proprio come il vento, cambia costantemente la sua forma e i suoi volti, ed è a tutti gli effetti il personaggio della “metamorfosi”; egli, infatti, si modula e s’adatta alle varie situazioni e agli altri personaggi che di volta in volta gli si parano innanzi, e può essere spietato o caritatevole, terribile o rassicurante, e però sempre in linea con i compiti affidatigli da Prospero, fedele a lui anche per riconoscenza e non solo per voler ottenere una contropartita finale».
Per Rachele questa è stata la prima esperienza di teatro, e ne ha parlato con entusiasmo e al tempo stesso con grande maturità, esprimendola come l’espletamento di un bisogno urgente, quasi esistenziale, che ha assunto un peso ancora maggiore dopo la «rimozione di anni di vita» dovuti al Covid19.
Spiega anche che il teatro, per le classi che ne hanno aderito, rientra appieno nel progetto di alternanza scuola- lavoro, e che qualcuno tra gli studenti ha anche realizzato, nel tempo, di voler provare a farne un proprio futuro impiego, giacché è di fondamentale importanza poter portare una passione nei propri sogni, fino a farne nutrimento per la propria formazione personale, oltre che professionale.
«A me l’esperienza teatrale è servita tantissimo a superare dei miei limiti caratteriali dovuti alla timidezza, tanto che per me il teatro è diventato occasione di stringere vere e proprie amicizie, oltre che una dimensione in cui sperimentare le mie emozioni ed esprimere la mia idea di libertà» ammette invece Leonardo Manetti, che ha iniziato il teatro ai tempi delle sue scuole medie, ed ha poi continuato, per un certo periodo, nel gruppo del Lux con sede in piazza Santa Caterina.
Leonardo ha prestato il volto al nobile Francesco, uno dei pochi personaggi positivi facenti parte della comitiva di Antonio e Alonso, animo saggio e meditativo, di poche parole e di grande profondità di pensiero, tanta quanta la sua capacità di sintesi nell’avere una visione d’insieme dei fantastici accadimenti sull’isola “nuda” di Prospero. È lui infatti ad appropriarsi della battuta che, nell’originario testo shakespeariano, viene attribuita ad Alonso:
«Questo è il più strano labirinto che uomo abbia mai percorso,
e in queste cose vi è più di quanto la natura abbia ordinato.
Qualche oracolo deve rimettere in sesto la nostra conoscenza,
poiché tutti noi abbiamo ritrovato noi stessi,
quando nessuno era davvero padrone di sé».
Un nuovo anno scolastico è già appena cominciato, e allora noi si fa agli studenti del Liceo Galileo Galilei i nostri più cari auguri di buon inizio del lavoro, rammentando sempre che è proprio la loro stessa passione a fornire la forza e la carica necessarie alla realizzazione dei novelli progetti e di tutto quanto di intenso e faticoso, ma pure soprattutto di bello e soddisfacente, li attenderà al varco finale e, ancora oltre, sino alla soglia dei futuri studi accademici.
L’imprinting derivato dagli studi classici dev’essere nient’altro che ulteriore motivo di fierezza.
Forza ragazzi, ancora buon anno, e buon teatro!
Crediti
Prospero Irene Graceffa
Folletti di Prospero Giulia Nocent, Luigi Olivero, Marisa Piantadosi
Ariele Rachele Chiarugi, Annalisa Colomba, Beatrice Lazzeri, Sophia Limone, Aurora Magretti, Valentina Moriconi, Beatrice Patriarchi, Costanza Pucci, Emanuela Tartaglia, Valentina Tongiani, Greta Toscanelli, Diletta Tropiano
Fate Marjan Celoni, Giada Cignoni
Calibano Livia Giorni, Emma Greco
Ferdinando Giovanni Costamagna
Miranda Lavinia De Rensis
Trinculo Elena Succurro
Stefano Elena Bertocchini, Maddalena Biasci
Alonso Giacomo Lunardi
Antonio Maia Piccinonno
Gonzalo Emma Prestia
Sebastiano Flavio Bacci
Nobile Adriano Riccardo De Stefano
Nobile Francesco Leonardo Manetti
Nostromo Lorenzo Fortezza
Altri marinai Giulia Maria Bombaci, Asia Iannazzone, Adriana longobardo, Aurora Mannoni, Bernardo Monicelli
Musiche a cura di Luisa Filippelli (flauto traverso), Edoardo Raffo (trombone), Giulia Nocent (canto), Livia Giorni (pianoforte), Emma Greco (chitarra), Lorenzo Fortezza (violino)
Laboratorio attoriale e cura della messinscena Letizia Giuliani
Coordinamento del progetto Agostino Cerrai
>> Per l’immagine in evidenza >> Locandina di Viviana Antichi del Laboratorio artistico del Liceo classico G. Galilei diretto dalla prof.ssa Isabella Martinelli
Un lavoro esemplare, questo allestito dalla Bruzzese, intriso com’è di cultura teatarale e sorretto da una nitida e profonda civiltà letteraria.
la ringrazio di cuore, per me è davvero un onore aver ricevuto un suo commento, e quindi grazie davvero.