“2033. Nostalgia di domani” di Romano Forleo
Recensione di “2033. Nostalgia di domani” di Romano Forleo.
Miriam è una ragazza di un futuro prossimo, bella e gioiosa, con i capelli neri e una briosa e spavalda saggezza maturata nei suoi ventitré anni trascorsi senza una madre. Miriam studia Medicina e fa posa di lamentarsi talora delle osservazioni del babbo, Enrico, uomo colto e intelligente, con il quale ha un rapporto meraviglioso: egli è il suo migliore amico, madre e padre insieme, confidente, guida spirituale.
Enrico è un medico, ginecologo, ma è anche un sacerdote, un pezzo grosso, per di più, al di qua del Tevere perché si occupa, delegato direttamente dal papa/papà Paolo VII, di indagare – e riformare – le dinamiche del mondo della sanità a gestione della chiesa cattolica in tutto il mondo.
Siamo nel 2033 e Roma è una città rinata dalle ceneri del capitalismo, una città di giovani, animata da una genuina solidarietà, faro nel mondo di cultura, ricerca scientifica e storica, modello di società consapevole dove gli studenti universitari puliscono le strade la sera e dove le culture si mescolano pacificamente arricchite del reciproco confronto.
Proprio di tutto si parla tra padre e figlia, di studi, di amori, di politica. Ma c’è un argomento che i due non hanno mai toccato, la figura quasi sacra della mamma, Anita. Per Miriam lei è solo una fotografia e un senso profondo di sacro vuoto; per Enrico un corpo caldo e lucente, una compagna forte e coraggiosa: insieme, nell’ormai lontano 2010, quando si trovavano in sud America in missione, erano stati colti da una passione che anziché sottrarli al mondo, avvinti nelle spire del possesso egoistico dell’eros e rigettati da un sistema che non accettava la relazione tra un prete ed una suora, li avrebbe consegnati al dono perenne dell’agape.
Ad entrambi, a padre e figlia, manca però ancora adesso, a vent’anni dalla morte di Anita, la pagina più importante della storia: giunge finalmente a Roma dal passato e da una remota regione alla periferia del mondo un faldone contenente le ultime memorie della donna, una “narrazione” tenuta segreta e preziosa… Anita Santa? Enrico scopre giorno dopo giorno il segreto dei mesi della gravidanza e della nascita di Miriam, snocciolando le righe scritte dalla sua amata moglie per poi condividerne il senso con la figlia. Miriam riscopre al tempo stesso la propria vita e, in parallelo al racconto d’azione e di avventura di Anita, vive la propria quotidiana santità di moglie e madre insieme all’idealista ingegnere ortodosso rumeno Traian e al loro piccolo Emanuele.
“2033: nostalgia di domani” è un libro avvincente e appassionante: due amori paralleli, quello tra Enrico e Anita intrecciato a quello tra di Miriam e Traian, fatti di scelte forti, rischi, sacrifici e messaggi nella bottiglia del tempo da tramandare alle generazioni future.
La trama è molto complessa – l’autore sostiene che la storia nasce sulla carta sorprendendo di volta in volta il suo stesso creatore che, proprio in virtù di questo imprevedibile corso, “si diverte”! D’altro canto si ha un linguaggio chiaro e fiero della sua chiarezza, avulso da ogni artificio retorico, che ricorre poco agli aggettivi e alle descrizioni. Si affida in tal modo grande autonomia d’immaginazione al lettore. Si tratta di una sorta di maieutica cui Forleo, avvezzo all’arte delle levatrici come il suo Sorano di Efeso (L’uomo che cura a le donne, Roma 2010), fa ricorso, a mo’ di novello Socrate, e da accurato maestro di lunga esperienza quale è, sa lasciare al suo lettore un ammaestramento perenne, il segreto dell’amore coniugale: “io per te con te per sempre”, la formula vincente che vede mescolarsi gioco e avventura lungo la strada insieme.