Alfred Lord Tennyson, “I mangiatori di loto” (The Lotos Eaters)
Alfred Tennyson, nelle sue opere, si rivela come un vero e proprio maestro nella creazione del suono dei versi e nella comprensione dei diversi stati d’animo umani in modo estremamente convincente e coinvolgente.
Nell’opera “ I mangiatori di loto”, il poeta sa ,attraverso l’uso della lingua ,creare una languida e struggente atmosfera che fa da sostegno all’argomento poetico.
Nella raccolta sopra citata, egli costruisce un “ paesaggio sognante, al posto di una semplice descrizione paesaggistica, accompagnata da dettagli naturali.
La terra addormentata dei mangiatori di loto diventa una immobilità mentale degli stessi navigatori.
In queste poesie Tennyson confronta “ l’idea della fuga”, attraverso gli effetti narcotici del frutti di loto.
Le tentazioni, rimangono lontane dal mondo reale, fortemente sentite dal poeta e i marinai nella loro canzone corale, regalano una visione pessimistica della vita umana.
Malinconia e mancanza di fiducia dettano loro di rimanere tali.
Essi sono circondati dal dubbio per ogni evento che tocchi il vittimismo, quindi malinconia e mancanza di fede suggeriscono ai mangiatori di loto di rimanere tali.
Le loro perplessità volgono lo sguardo verso la fedeltà delle loro rispettive compagne, verso i figli, la politica e la sua poca stabilità. Tutto è speculare allo spirito vittoriano, di quel tempo, costellato di incertezze e , appunto da forti titubanze.
L’opera di Tennyson è esplicitamente ispirata alla letteratura classica. Nell’Odissea di Omero, infatti, secondo il poeta, Ulisse, tornando ad Itaca dalla guerra di Troia, passando le coste africane è tentato di assaggiare i frutti di loto.
L’effetto è immediato e reca ad Ulisse stesso e ai suoi compagni una strana narcosi che passa dallo stato di veglia a quello del sonno e del sogno, rimuovendo in loro ogni desiderio di azione, anzi cancellando la voglia del ritorno in patria, abbandonandosi al piacere dei frutti.
La decisione dei marinai di rimanere “ mangiatori di semi di loto”, lascia nel lettore una sorta di abbandono, di sentimenti sconfortanti nei confronti della vita.
“ Noi riconosciamo il paradiso essere una prigione e il fuggire dalla libertà, “falso”.
I marinai di Itaca hanno scelto la fuga che può portarli alla morte e l’indecisione di Odisseo se lasciare quel luogo attraversa la volontà in bilico tra “l’essere e il “fare.”
La composizione, a dimostrazione di ciò, inizia con un ‘eroico canto battagliero: “Coraggio!”, egli dice, “guardiamo avanti verso la terra”, mentre la chiusa termina con una nota di rassegnazione e di negazione alla lotta con queste parole:
“Riposiamoci, fratelli marinai, non vagabonderemo più.”
L’interpretazione che Tennyson dà alla storia è focalizzata sugli effetti del frutto di loto sull’uomo…
Le prime cinque stanze, risentono della voce del poeta Edmund Spencer, e raccontano gli eventi in terza persona.
Le voci degli uomini entrano ,in modo diretto, ma quando il coro inizia i narratori tacciono e il poeta assume la voce principale, raccontando in prima persona gli effetti sotto l’influenza dei frutti di loto.
La distanza fra il poeta e l’argomento trattato crea un vero e proprio effetto incisivo in quasi tutte le opere di Tennyson.
In molte delle sue poesie , egli cura in modo particolare le trasposizioni pittoriche, costruite in modo raffinato tanto da poterle visualizzare come immagini vere, colme di dettagli che ricordano quadri di rara raffinatezza.
Come è stato detto l’uso del passato in questa raccolta di poesie, aiutano Tennyson a distanziare se stesso
dall’argomento trattato allo scopo di di offrire una visione grafica e un’armonica visuale del soggetto.
I personaggi come Re Artù, vengono considerati dal poeta come personaggi contemporanei e i miti, invece vengono usati sotto forma di metafore per il presente.
Camelot è vista come una metaforica Inghilterra.
Il modo di interpretazione i miti e i personaggi mitici attraverso la creazione di tipi simbolici a paesaggi metaforici mettono in connessione Tennyson tra il passato e il presente in modo strettamente peculiare alla maniera del periodo vittoriano.
Tennyson, usa il paesaggio per riflettere e intensificare la profondità dello stato mentale. Osservare dettagli naturali e descrizioni che concretizzino e sottolineino i momenti della psicologia umana, rappresentano la sua ricchezza, un affresco dove non manchino colori e inventiva.
Per quanto riguarda la metrica, molti critici hanno sostenuto che egli avesse usato la metrica alcaica, così chiamata da Alceo, noto poeta greco, appartenente allo stesso periodo di Saffo.
La suddetta metrica è una strofa composta da due endecasillabi alcaici, un enneasillabo(nove sillabe) e un decasillabo.
Questo tipo di metrica fu usata anche dal poeta G; Carducci e G. Pascoli, nelle loro composizioni.
Il pensiero precipuo di Tennyson era : “La memoria ha luogo nelle presenti angosce e nella sua prospettiva del tempo passato”; il suo motto: “lottare, cercare, trovare e non cedere”, in netto contrasto con le opere redatte, dove la ricerca dell’oblio è presente quasi costantemente.