"Storia di Karel" di Antonio Pennacchi

“Storia di Karel” di Antonio Pennacchi

Recensione di “Storia di Karel”, nuovo libro di Antonio Pennacchi pubblicato quest’anno da Bompiani.

Dopo il Premio Strega di quattro anni fa, Pennacchi torna in libreria con un nuovo titolo e un nuovo editore. Storia di Karel è un romanzo che attraversa il genere fantascientifico, descrive la vita di una cittadina chiamata Colonia persa nelle profondità dello spazio. Avvolgendo il lettore in una trama meno entusiasmante del solito, ma ugualmente carica di suggestioni, l’autore ricostruisce, attraverso una rete di storie personali, la vicenda di una comunità, in cui una fantomatica Federazione impone una vita regolata da principi rigidi e bloccata dall’isolamento, tra la cittadina e il mare si pone infatti una lunga distesa desertica.

Due divieti sono imposti agli abitanti della Colonia, far uso di petrolio e tabacco. Saranno tre ragazzini irrequieti a spezzare la monotonia del luogo, innescando una miccia che sconvolgerà e rianimerà la vita del villaggio sperduto.

Fra vecchi amici e nuove invenzioni, l’idea del testo nasce nel 2007 in collaborazione con l’Anonima Scrittori di Latina, che propone un laboratorio di scrittura collettiva. Da quell’esperimento l’idea fermenta nella fantasia pennacchiana fino alla sua stazione finale. Alcuni gustosi paratesti (ringraziamenti, genesi, fonti) e una pianta della città di colonia (firmata Rosolini-Pennacchi) animano il mondo di Storia di Karel, un inedito mix di input in cui sembrano convivere la cultura pop degli Urania e le citazioni dagli amatissimi e onnipresenti autori latini, una lunga citazione da S. Tommaso apre il capitolo primo, ma la voce della storia riecheggia di continuo in questo futuro sui genersi.

Ancora incrinata dalla grande avventura di Canale Mussolini, la voce di Pennacchi attraversa con coraggio la marcia di una nuova impresa, voltando pagina senza snaturarsi. La luce più evanescente di Colonia serve comunque a illuminare un micromondo solidale, somigliante ma non identico alla Littoria/Latina dei romanzi precedenti. E allo stesso modo la storia che porta con sé Karel è animata da una visione delle vita riaggiornata, nuova.

La franchezza e la potenza che hanno sedotto il lettore delle precedenti avventure prende in questa uscita un che di gentile, se non di malinconico, e il tratto impressionista che dipinge queste pagine rischia di nuovo di divenire un piccolo saggio classico del contemporaneo: “Erano anni che non atterravano più cargo regolari. Neanche la posta, neanche le notizie. La «Gloriosa Ricerca» – come s’era detto allora – «del mare di galassie che pur dovevano esserci oltre i Cieli del Buio e che aspettavano solo Noi», era per sempre rimandata. Caduto il regime, caduta la Ricerca. E con essa la Colonia. Niente più arrivi. Niente più invii. Si apriva una volta l’anno – alla congiunzione di Gagarin -2 con Unamuno-24 – lo spazio di tre ore per le comunicazioni con la deputazione più esterna della Federazione, ed in quelle tre ore facevamo incetta di soap, film e tg da rivedere tutto l’anno. Poi più niente, neanche un mercante o un contrabbandiere scalcagnato. Solo – ogni tanto – un circo”.

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