I vincitori del premio Latina in Versi
Ecco i vincitori del premio Latina in Versi.
Prima classificata
Hielo di Marco De Cave
Sei anta
come la neve in inverno
grigia scura
sui comignoli dei vicini
ti osservo
desnuda
raggomitolarti nel pallido
presagio
della gravità di tutti i giorni:
è strano guardarti, però,
mentre ti sciogli
senza cura di me.
Seconda classificata
Berlino di Alberto Dalla Libera
Berlino è una grande macchia verde-scuro sull’Europa
Un animale che si adatta
Cambiando pelle
Attraversando traumi che la storia le provoca ormai da sempre
E’ grigia di un freddo profondamente nordico
Degli infiniti colori del sole, ogni tanto
Berlino è stazione della metropolitana
U-bahn, S-bahn, sotto sopra
Griglia incandescente per palati affamati
Accecati dalle meraviglie dei banconi
Berlino è tanti bambini nei carrozzini
Su biciclette di legno o in braccio a padri giovani, biondi e calmi
Berlino è punk
Più punk di tutte le altre città che ci hanno provato
Più delle americane metropoli in cerca di trasgressione
Perché Berlino di notte è una grande pasticca di ecstasy
Mandata giù con qualche boccale di pilsner
Birra di latta e vetro che finisce nei tombini delle strade
Come liquido che scende giù nel lavandino
Ingurgita giovani dai locali sotto le rotaie dei treni di Alexander Platz
Berlino è mille razze
Un popolo solo su una terra senza colore
Che ha visto crollare un muro messo su in fretta, per dividere
Ideali separati da mattoni
Tutto è andato giù in una notte, come è giusto che sia
Berlino è continua ricostruzione di se stessa
Niente polvere nascosta sotto ai tappeti
Distruggere, rifare da capo, sostituire, cancellare
Mille cantieri aperti per mille facce diverse
Berlino è tecnologia, avanzata sui piatt
i del futuro
Ferro, cemento e vetro
In mezzo ad alberi verdi, così verdi che nessuno toccherà
Berlino è gente in bicicletta nel traffico cittadino
Tram in superficie che si rincorrono senza sosta
Berlino è scritte sui muri
Manifesti colorati per le strade che sono di tutti
Musei affollati sul fiume del Meltingpot
Berlino è una donnaOrmai non più giovanissima
Dai biondi capelli tagliati corti
Che porta a spasso tre bambini
Un maschio, una femmina e un altro nel grande pancione di madre
Indossa abiti borghesi
Ma ai piedi puoi vederle scarpe usurate dal passo degli anni
Berlino è bella una signora dagli occhi azzurri che guarda lontano
Dall’alto della sua Fernsehturm
Terza classificata
Occhi di Gina Ragazzo
Cullarsi nel vento
docili
come foglie in aprile
che dalle guglie cadono.
Scaglie.
Magli d’acciaio
su occhi innocenti.
Orbi si procede
quand’anche il vento
si spegne.
Coraggiosi e stupidi.
Ferale l’inverno
sepolcra scheletri di frutti
che mai sbocceranno.
Attendere all’infinito
nel protendersi per spiccare
dall’orrore in volo
Impuri e degenerati.
Straziati.
Mai vinti.