“Piccola storia del corpo” di Paolo Di Paolo
Recensione di “Piccola storia del corpo” (Giulio Perrone Editore 2013), il nuovo libro di Paolo Di Paolo.
È uscito nelle librerie Piccola storia del corpo (Giulio Perrone Editore 2013), il nuovo libro di Paolo Di Paolo, finalista al Premio Strega 2013 e vincitore del Premio Salerno Libro d’Europa per il suo Mandami tanta vita (Feltrinelli 2013).
Piccola, forse non tanto, storia dell’entità corpo, un viaggio sensoriale attraverso i secoli. Per i Greci è stato il luogo della perfezione estetica: l’idea della suprema bellezza si trova nel corpo, in esso c’è qualcosa di divino, tant’è vero che gli dèi greci sono entità fisiche, con i loro bisogni, le proprie pulsioni. Si passa al Medioevo, ed ecco l’immagine del Cristo sofferente sulla croce, rappresentazione del dolore non soltanto spirituale, ma prima di tutto fisico, corporale, umano.
Ma è soprattutto un percorso tra arte e letteratura del XX secolo quello di Paolo Di Paolo. Può l’immagine nuda del corpo considerarsi come una riappropriazione del Novecento, come il superamento di un lungo Medioevo?
Di Paolo riflette sull’idea che il Novecento abbia disvelato il corpo, lo abbia reinventato, fatto a pezzi, rimontato, deformato, divorato. Passa con maestria dalla rappresentazione in letteratura delle mani della Foscarina di D’Annunzio, al naso eclatante di Vitangelo Moscarda, agli occhi, protagonisti quasi assoluti delle storie di Calvino e ancora le labbra, i capelli, il seno, i piedi, insomma ogni singolo elemento fisico trova il suo cantuccio e la sua esaltazione nella parola degli scrittori. O nelle pennellate sapienti degli artisti: gli studiosi Alma Gattinoni e Giorgio Marchini ci fanno ragionare con occhi nuovi sulla rappresentazione della nudità, dalle suggestioni oniriche di Dalì, alla deformazione straziante di Picasso, alla rappresentazione del corpo come macchina del lavoro, di cui si misura e si ottimizza l’efficacia produttiva nella catena di montaggio, dalla nevrosi freudiana del ventre materno, al realismo americano tra voyeurismo e incomunicabilità. Nel racconto del corpo trovano il proprio spazio ammiccamenti spiccatamente sessuali e il velato, il detto-non detto.
Un bellissimo ed appassionante viaggio, appunto, da assaporare parola per parola, esempio per esempio, facendo confluire il pensiero e l’analisi in narrazione, come accade alla critica, che accosta il lettore e lo trattiene.
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