“Starry Night” di Federico Leoni
Recensione del romanzo “Starry Night” (Edizioni Ensemble) di Federico Leoni.
“Anche annusare la pioggia è un’indagine sul vuoto. Affacciato alla finestra annuso un profumo che non esiste, o esiste solo nella mia mente, come forse tutte le cose che ho visto e come gli occhi che ho usato per guardarle. Vorrei avere ancora a disposizione abbastanza meraviglia da sentire l’odore della pioggia con lo stupore della prima volta. Perché è la meraviglia che ha dato inizio alle cose, la magia che ha colmato l’assenza. Ecco: certe storie si raccontano a partire da un’assenza. Sono sagome cave dentro custodie vuote, forme abbandonate che dicono “violino”, oppure “fucile”. Se c’è una cosa che mi piace è l’odore della pioggia, ammesso che questo odore esista. Cambia con le stagioni, ma rimane lo stesso ogni anno, e ogni settembre –dico per dire- il naso lo riconosce come l’odore del settembre passato. Adesso mi accorgo che questo profumo di pioggia è in realtà un odore di asfalto, e che la pioggia è solo l’incantesimo che questo odore rivela. Se la pioggia cade sulle strade, in città, sa di olio minerale e grasso fuso; se finisce sulla terra nuda profuma di muffa e di erba tagliata; se ti bagna le spalle restituisce alla pelle l’aroma del proprio respiro. Sotto a tutto, però, c’è una nota comune, come la radice di un verbo nella sua coniugazione; è questa radice che mi sfugge, come un’indagine sul vuoto”.
Comincia così la storia racchiusa tra le pagine
, si intrecciano le vite di Filippo e Sergio, o meglio Zippo e Zagana. Una festa di compleanno, un accendino rubato e regalato, un’amicizia nata per caso.
Filippo, figlio e studente modello, timido e riservato. Silenzioso anche nell’abbigliamento, sempre con i jeans scuri, le Clarks color tortora, i maglioni a “V” e una giacca impermeabile alla moda, ma non troppo. Poco più che diciottenne, coltiva la passione per il cinema d’autore ereditata da un nonno importante ed ingombrante. Cinema, letteratura e poesia, interessi bizzarri per un ragazzino alle prese con le prime delusioni e i primi sbalzi d’amore.
Sergio, la pecora nera, la testa calda. Espulso dai principali istituti privati della città approda nel liceo frequentato da Filippo e si ritrova alla sua festa (probabilmente senza invito) a vantarsi di aver picchiato il professore di educazione fisica. Profumo Abercrombie, pantaloni strappati con cavallo basso e giacca di pelle in qualsiasi stagione.
Troppo distanti, troppo diversi. Diventano un duo inseparabile. Una coppia vincente e popolare. In poco tempo riescono a farsi strada tra i figli di papà della Roma che conta attraverso un giro d’affari che va dallo spaccio di droga e materiale pornografico alle bische clandestine, dalle lotte per strada alle risse improvvisate.
Zippo e Zagana si muovono in un mondo fatto di feste private, ville da sogno e auto di lusso. Il tutto condito dalla presenza di ambigui personaggi: metallari sfigati, meccanici violenti e prostitute slave.
E poi c’è Greta. All star tutte sdrucite ai piedi, una strana giacca scura da soldato di fine Ottocento. Capelli castani, pelle chiara e un cassetto pieni di sogni e sofferenze. Aggressiva, determinata ma anche debole e indifesa.
Proprio lei segnerà la svolta nella vita dei due adolescenti e soprattutto in quella di Filippo che si lascerà trascinare in un vortice di emozioni inaspettate e deciderà di inaugurare una nuova fase della sua giovinezza.
E allora ecco una fuga, un viaggio, Amsterdam e Van Gogh. Insomma un tuffo dove il cielo è più blu, niente di più.
Questo romanzo esprime la voglia di crescere e ritrovare la propria libertà, la voglia di avere sentimenti veri, di amare senza convenzioni e senza troppi perché.
Federico Leoni, nel suo primo romanzo Starry night ci regala una storia semplice ed eccezionale al tempo stesso, ricca di idee e riflessioni sulla vita degli adolescenti italiani. Un mondo che si incontra e spesso si scontra con quello degli adulti.
La scrittura di Leoni è scorrevole, leggera, coinvolgente ed emozionante.
Questa storia regala una lettura piacevole e fresca, proprio come la pioggia in estate; uno sguardo pieno di meraviglia e stupore che non può non appassionare il lettore.